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LAVORO: da gennaio ad aprile 303 i morti

La fascia di età più colpita dai 45 ai 54 anni

LAVORO: da gennaio ad aprile 303 i morti

La flessione della mortalità sul lavoro in Italia si è chiusa con i primi due mesi dell’anno. La stabilità, invece, con il terzo mese. Con aprile, purtroppo, le speranze di un miglioramento dell’emergenza ‘morti bianche’ sono state spazzate via dall’incremento della mortalità del 7,4% in occasione di lavoro”. Comincia così Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega, l’esplorazione dell’ultima indagine sugli infortuni mortali sul lavoro condotta ed elaborata dal suo team di ingegneri esperti (sulla base di dati Inail). “E’ davvero triste dover constatare come anche quest’anno – prosegue Rossato – il nostro Paese non sia in grado di rimarginare in alcun modo questa piaga sociale. Anzi, ogni anno la situazione sembra peggiorare”. Parole dure e sconfortanti quelle di Rossato, che giungono da un’esperienza lunga un quarto di secolo nella formazione per la sicurezza dei lavoratori e da un decennio di attività quotidiana sul fronte del monitoraggio degli infortuni mortali sul lavoro con l’Osservatorio Sicurezza Vega. Le cose, insomma, non accennano a cambiare nemmeno nel 2019, neppure la maglia nera della graduatoria nazionale delle vittime rilevate in occasione di lavoro. Infatti, è come sempre la Lombardia ad indossarla con 35 decessi, seguita dal Lazio (23), dalla Campania (19), dalla Sicilia (17), dal Piemonte (16) e dal Veneto ed Emilia Romagna (15). La scoraggiante graduatoria continua con la Toscana (13), la Puglia (9), l’Abruzzo (8), il Trentino Alto Adige (7), l’Umbria (5), la Basilicata, la Liguria e le Marche (4), il Molise e la Sardegna (3), il Friuli Venezia Giulia e la Calabria (2).

Quando si tratta, invece, di incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, al primo posto si trova il Molise con un indice pari a 28,6 (più del triplo della media nazionale), seguito dalla Basilicata, dall’Abruzzo e dall’Umbria. Le province più colpite dagli infortuni mortali in occasione di lavoro sono Roma (16), Milano (12), Palermo (7), Napoli e Verona (6), Avellino, Bolzano, Brescia, Cuneo, Firenze, Mantova, Torino e Vicenza (5), Caserta, Foggia, Monza e Brianza e Perugia (4). Oltre la metà delle vittime aveva un’età compresa tra i 45 e i 64 anni. Le donne che hanno perso la vita nel primo quadrimestre del 2019 sono 26 (4 in occasione di lavoro e 22 in itinere). Ad emergere anche nel primo quadrimestre 2019, è il dato sulle vittime straniere. Ebbene, come nel primo trimestre, anche nei primi quattro mesi del 2019 il risultato appare piuttosto drammatico. Sono, infatti, 40 gli stranieri che hanno perso la vita nel nostro Paese in occasione di lavoro e 16 in itinere. A contare più vittime straniere è il Centro Italia con 12 infortuni mortali in occasione di lavoro su un totale di 40. I settori più colpiti sono quelli delle attività manifatturiere e delle costruzioni con 30 decessi ciascuno in occasione di lavoro. Seguono: trasporto e magazzinaggio (20) e commercio all’ingrosso e al dettaglio (11). Il giorno in cui si è verificato il maggior numero di incidenti mortali in occasione di lavoro nel primo quadrimestre 2019 è il lunedì. Intanto, ad aumentare nel nostro Paese sono anche gli infortuni non mortali: dal primo quadrimestre 2018 al 2019 sono passati da 205.826 a 210.720. A Nordest il dato peggiore con 66.251 infortuni, seguito dal Nord Ovest (63.581). Prima per numero di infortuni la Lombardia (40.099), seguita da Emilia Romagna (27.642) e Veneto (25.229).

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