
“Incomprensibile perché nella Marca, la provincia più colpita in Veneto dal contagio, si sia identificata solo una struttura alberghiera Covid-Hotel delle 16 definite a livello regionale”. Questa l’interrogazione che la CGIL di Treviso pone alla Regione del Veneto e a Federalberghi.
“Un settore come quello alberghiero così sferzato dalla crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria può trovare supporto dando a sua volta risposta all’esigenza di ospitalità arrivata forte in questa seconda ondata – afferma Alberto Irone, segretario generale FILCAMS GIL di Treviso –. Non riusciamo a capire perché in una provincia come quella trevigiana, così popolosa e altresì ricca di strutture ricettive, sia ipotizzato solo un Covid-Hotel. Vediamo necessario sostenere proprio con il lavoro, e non solo con i contributi del Governo, le imprese del comparto dando la possibilità a più strutture, e più diffuse sul nostro territorio, di convertirsi in Covid-Hotel. A questo non può mancare un investimento proprio sul lavoro, attraverso la formazione del personale e la garanzia della salute dei dipendenti”.
“Dare risposte alle esigenze delle famiglie trevigiane è prioritario oggi quanto garantire la salute e il lavoro – sottolinea il segretario generale della CGIL di Treviso Mauro Visentin –. Quello della riconversione delle strutture alberghiere, le più adatte, in Covid-Hotel abbraccia tutte queste priorità: alleggerire le famiglie che vivono le grandi difficoltà del contagio in casa, permettere proprio di contenere la crescita del numero di contagi e meglio monitorare la popolazione colpita, far ripartire l’attività alberghiera nonché l’indotto a essa collegato”.
Il sindacato però pone un’altra incognita: “E' poco comprensibile perché l’ULSS 2, per bocca del dg Francesco Benazzi, metta a disposizione di Villa Fiorita di Monastier personale infermieristico sottraendolo così dal servizio pubblico, già così in sofferenza, quando proprio a quella proprietà è collegata la Casa di cura – aggiunge Marta Casarin, segretaria generale FP CGIL di Treviso –. Il privato sanitario dovrebbe oggi essere maggiormente di supporto a far fronte ai nuovi bisogni, uno di questi potrebbe proprio essere quello di fornire personale specializzato alle strutture alberghiere al fine di tutelare la salute degli ospiti”.