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La piaga dei bambini soldato

Oggi è la Giornata internazionale contro l'uso dei bambini soldato. Siria, Yemen, Somalia, Nigeria sono tra i Paesi nei quali la pratica è molto diffusa

La piaga dei bambini soldato

Il 12 febbraio è la Giornata internazionale contro l’uso dei bambini soldato.

Sono passati 20 anni dal divieto imposto dall’Onu agli Stati di reclutare nei conflitti armati minori di 18 anni eppure si stima siano oggi oltre 250 mila, sovente utilizzati in contesti di annosi conflitti protratti in diversi Paesi africani e asiatici.

Dal 2016, in 18 Paesi è stato documentato l’impiego di bambini soldato nei conflitti armati. Siria, Yemen, Somalia, Nigeria sono tra i Paesi nei quali la pratica è molto diffusa.

“Eserciti e gruppi armati continuano a reclutare e utilizzare i bambini, strappandoli alle loro famiglie e comunità, privandoli crudelmente della loro dignità e distruggendo le loro vite e il loro futuro”: è l’amara constatazione fatta oggi in un comunicato congiunto dall’Alto rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell e dalla Rappresentante speciale delle Nazioni Unite per i minori e i conflitti armati Virginia Gamba. 

Nessuno ha il diritto di rubare i sogni dei bambini o la loro innocenza, dicono ancora Borrell e Gamba: “L’Ue e l’Onu si uniscono per garantire che tutti i bambini, ovunque si trovino, vivano un’infanzia libera dalla violenza e con accesso all’istruzione. I bambini hanno un ruolo chiave da svolgere nella costruzione di un presente e di un futuro in cui la pace prevarrà. È nostra responsabilità consentire loro di essere tali agenti di cambiamento”.

Spesso adolescenti, il più delle volte orfani sopravvissuti alle loro famiglie uccise durante i conflitti. O spesso rapiti dai villaggi. Sono utilizzati, come scudi, come spie, per il trasporto dei rifornimenti, come merce di scambio e il più delle volte per combattere in guerre che nemmeno conoscono.

Una dramma che coinvolge intere future generazioni. Bambini costretti ad assumere droghe per essere più facilmente sottomessi ed in questa assurda infamia sono coinvolte anche moltissime bambine, spesso abusate e rese schiave sessuali.

Oggi purtroppo si assiste ad un crescendo del fenomeno in quanto le condizioni di povertà in molti Paesi portano molti di questi ‘ragazzini’ ad arruolarsi volontariamente, sia per dare un contributo economico alle famiglia e sia perché la vita da ‘soldato’ è in qualche modo migliore e una garanzia di sopravvivenza alla precaria vita civile.

Enrico Vendrame

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