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La rivoluzione della "conversione" nel nuovo contratto regionale di Uneba Veneto

Per 10 mila lavoratori di case di riposo e altre strutture sociosanitarie assistenziali firmato il contratto del post crisi: in questi anni duri garantita la stabilità occupazionale. In arrivo assunzioni di operatori sociosanitari.

La rivoluzione della "conversione" nel nuovo contratto regionale di Uneba Veneto

Un contratto regionale per garantire la stabilità in un settore che anche durante la crisi non ha tagliato posti di lavoro, ed anzi programma assunzioni. Un contratto regionale per assicurare a circa 10 mila lavoratori di strutture venete per anziani, disabili, minori o altre fragilità un riconoscimento extra rispetto al contratto nazionale. Attraverso una vera rivoluzione: la conversione.

Lunedì 2 novembre a Padova hanno firmato l'accordo collettivo integrativo regionale veneto Uneba i sindacati Fp Cgil, Fp Cisl, Fisascat Cisl e Uil Uiltucs ed Uneba Veneto (www.uneba.org/veneto ), associazione di categoria che raccoglie strutture private non profit del settore sociosanitario e assistenziale, tra cui le più grandi del Veneto.

“Il punto di partenza delle trattative, e del contratto - commentano Francesco Facci e Ernesto Burattin, presidente e vicepresidente di Uneba Veneto- non sono numeri, bensì un concetto: la relazione con la persona, cuore del lavoro quotidiano. E questa si sostanzia in ore. Per questo abbiamo introdotto il concetto rivoluzionario di conversione, per cui ogni espressione derivante dalla relazione con la persona assistita si può tradurre in ore”.

Dai bonus per la costanza di servizio o l'affiancamento ad un neoassunto fino alla componente territoriale della retribuzione e ai permessi (rol): il dipendente potrà incassarli in euro, oppure avere riduzioni dell'orario di lavoro, oppure ancora accedere a forme di welfare aziendaleorganizzate da ogni ente. Risposte e possibilità a seconda delle esigenze: un passo di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.

Ringraziamo i sindacati regionali – dice Uneba Veneto - per avere condiviso e portato alla meta questo cammino di innovazione: è stato un lungo dialogo abbiamo parlato tutti la stessa lingua. Abbiamo costruito un accordo che riflette l'evoluzione del mondo del lavoro nel nostro settore, e ha gli strumenti per adattarsi alle evoluzioni che arriveranno. Nell'ottica di rimanere il più possibili vicini alla realtà e alle unicità degli enti”. E' stato il contratto nazionale Uneba, firmato con i sindacati in primavera 2013, a dare impulso e spazio decisivi alle trattative di secondo livello.

La firma del contratto regionale veneto Uneba sigilla il passaggio attraverso gli anni della crisi economica. In questo periodo, il settore sociosanitario e assistenziale è stato uno dei pochi a garantire la continuità occupazionale. Il contratto Uneba, in particolare, ha conservato il suo ruolo centrale nel settore, facendo da argine al rischio di una deregulation dei contratti dannosa per i lavoratori. Ed anzi a breve ci potranno essere nuove assunzioni: per gli operatori sociosanitari che si diplomeranno ai corsi al via a inizio 2016, e per i quali Uneba Veneto collabora con la Regione.

“Noi di Uneba Veneto e i sindacati – chiudono Facci e Burattin -, firmando questo accordo, ci facciamo carico delle nostre nuove responsabilità: ora che lo Stato si sta sempre più ritirando dal welfare, servono soluzioni creative dal basso per continuare a garantire, in un quadro di sostenibilità dei conti e del lavoro, i servizi e la professionalità cui anziani, disabili, minori e altre persone fragili hanno pieno diritto. Per noi il contratto non è solo uno strumento, ma anche l'espressione di una cultura del lavoro”.

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