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Le Province: “La Legge di Stabilità mette a rischio i servizi ai cittadini e il lavoro dei dipendenti”

Ieri in Provincia di Treviso la riunione dell'UPI Veneto (Unione delle Province del Veneto) per discutere la situazione in merito alle disposizione della Legge di Stabilità.

Erano presenti il presidente dell'Upi Veneto e della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, la presidentessa della Provincia di Belluno, Daniela Larese Filon, il presidente della Provincia di Padova, Enoch Soranzo, il presidente della Provincia di Verona, Antonio Pastorello, il presidente della Provincia di Vicenza, Achille Variati, il vicepresidente della Provincia di Rovigo, Vinicio Piasentini, il segretario generale della Provincia di Venezia, Stefano Nen, il direttore generale della Provincia di Treviso e segretario dell’Upi Veneto, Carlo Rapicavoli

I 7 presidenti hanno prima discusso tra di loro in merito al testo della Legge di Stabilità e hanno poi accolto i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei dipendenti delle 7 Province del Veneto.

E’ stato esaminato il testo della legge di stabilità, già approvato dal Senato e in fase di approvazione finale alla Camera, esprimendo unanimi critiche e perplessità sul testo del Governo che mette fortemente a rischio l’erogazione dei servizi ed il personale stesso delle Province.

Il disallineamento tra le previsioni della Legge 56/2014 (Delrio) e la Legge di stabilità creano evidenti problemi di gestione del personale.

La determinazione per legge della quota di sovrannumero, pari al 50% rispetto alla spesa del personale di ruolo in servizio l’8 aprile 2014 (la riduzione è del 30% per Venezia e Belluno), non basata su ragioni organizzative né di riassetto delle funzioni ma esclusivamente, in modo indifferenziato, sulla spesa del personale alla data dell’8 aprile 2014, determina effetti iniqui tra le varie Amministrazioni.

Tale rideterminazione del personale non tiene conto infatti:

a)   del numero di dipendenti effettivamente addetti all’esercizio delle funzioni fondamentali;

b)   degli esiti della mappatura delle funzioni realizzata in attuazione della Legge Delrio;

c)   del diverso assetto di deleghe tra le diverse Regioni

d)   della razionalizzazione già realizzata in numerose amministrazioni che si trovano maggiormente penalizzate

e)   senza tener conto di alcun rapporto dipendenti/abitanti o costo del personale/abitante

f)    dell’assetto organizzativo dei singoli Enti e dell’eventuale esercizio di funzioni fondamentali tramite società partecipate (è il caso ad esempio della Provincia di Vicenza che svolge le funzioni relativa alla viabilità tramite una controllata e quindi non computa in dotazione organica il relativo personale).

L’effetto combinato dei tagli previsti dal D. L. 24 aprile 2014 n. 66, convertito in Legge 23 giugno 2014 n. 89, che ha imposto alle Province un taglio pari a 340 milioni di euro nel 2014 e a 510 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017, e dalla Legge di stabilità 2015, un miliardo per il 2015, 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi per il 2017, non consente l’esercizio neanche delle funzioni fondamentali riconosciute alle Province e Città metropolitane dalla Legge 56/2014, con conseguente disavanzo di parte corrente, interruzione dei servizi e premessa per il dissesto finanziario.

Si attendono adesso le decisioni del Governo sui Centri per l’Impiego, nei decreti attuativi della legge delega sul lavoro annunciati dal presidente del Consiglio per il prossimo 24 dicembre.

Come annunciato nella riunione dell’osservatorio regionale del 18 dicembre,  l'UPI Veneto inoltre ha dunque deciso di predisporre una proposta di Legge da presentare alla Regione del Veneto, con le proposte delle Province sul riordino delle funzioni fondamentali. Resta aperta la grande preoccupazione sul futuro delle funzioni delegate in materia di turismo e di formazione professionale con centinaia di lavoratori interessati.

Infine un pressante appello affinché giungano a brevissimo decisioni su servizi fondamentali alle persone, nell’ambito delle politiche sociali, quali l’assistenza scolastica ai disabili sensoriali, il trasposto scolastico dei disabili e il ricovero dei minori riconosciuti da un solo genitore, che nel 2013 ha comportato una spesa per servizi per le sette Province di circa 14 milioni e che, a seguito dei tagli e senza un finanziamento specifico della Regione, si rischia di non potere assicurare per il 2015.

A conclusione dell’incontro, i presidenti hanno ricevuto una delegazione dei rappresentanti sindacali dei lavoratori, che hanno manifestato presso la sede della Provincia di Treviso, condividendo un percorso di azione e iniziative comuni a tutela del livello dei servizi ai cittadini e del lavoro e professionalità dei dipendenti delle Province del Veneto. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche: Giordano della Cgil, Pozzato della Cisl, Scarparo della Uil.

“Oggi abbiamo messo in piedi una grande squadra per mantenere i servizi ai cittadini e l'occupazione dei dipendenti – ha detto Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso e dell'UPI Veneto – di fronte a una legge fatta senza razionalità che non ha tenuto conto dei problemi reali. Ora preme avere dal Governo delle certezze in tempi brevi perchè non è più tempo di annunci, qui si parla di cancellare i servizi per il cittadino e il personale che li svolge. Abbiamo già aperto un dialogo costruttivo con la Regione Veneto e siamo certi che sarà della squadra anche lei. Ringrazio anche le parti sindacali che hanno dimostrato grande attenzione a questa tematica, con la volontà di lavorare assieme. Questa è la dimostrazione che non ci sono schieramenti e colori politici, ma la volontà di tenere in vita servizi essenziali”.

“Il Governo sta dimostrando di affrontare la questione del riordino della PA senza razionalità. Con questa legge e le risorse disponibili al momento, le Province possono garantire i servizi a gennaio e febbraio, e poi... vedremo” ha aggiunto Achille Variati, presidente della Provincia di Vicenza.

“Bisogna tener conto anche della questione della sicurezza, specie quella stradale, a rischio come tutti gli altri servizi. In questo momento di grande incertezza sul personale, sindacati e Province hanno dato un grande esempio di spirito collaborativo e gioco di squadra per cercare le soluzioni necessarie” ha detto Antonio Pastorello, presidente della Provincia di Verona.

“Il punto di partenza sono i servizi. Perchè parliamoci chiaro, possono anche dirci che le Province non esistono più ma devono dirci chi svolgerà queste funzioni in futuro, con che fondi e col relativo personale” ha aggiunto Enoch Soranzo, presidente della Provincia di Padova.

 “Questione fondamentale sono le funzioni e le risorse umane” ha detto Vinicio Piasentini, vicepresidente della Provincia di Rovigo.

 “Sebbene Belluno in qualità di area montana sia colpita da un taglio minore – ha detto Daniela Larese Filon – resta fondamentale il discorso di finanziamento alle funzioni, perchè senza di esso non si possono garantire i servizi”.

Le parti sindacali, in accordo con l'UPI Veneto, hanno ribadito che non bisogna sottovalutare il problema dei dipendenti pubblici perchè garantiscono i servizi per tutto il territorio e i cittadini.

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