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MORTO VINCENT LAMBERT: il vescovo Ginoux: "Questa morte è scandalosa"

Ci sono 1.500 persone in Francia nella stessa situazione di Lambert

MORTO VINCENT LAMBERT: il vescovo Ginoux: "Questa morte è scandalosa"

“È la fine del suo calvario” reagisce così il vescovo Bernard Ginoux di Montauban pochi minuti dopo la notizia della morte di Vincent Lambert, stamane presso il Centro ospedaliero di Reims, dopo dieci giorni in cui Lambert è stato lasciato senza cibo e senza acqua. “Questa morte è scandalosa perché non riconosce la vita che esiste” dice il vescovo che ha alle spalle una lunga esperienza di cappellano ospedaliero: “Vincent Lambert viveva, aveva un’esistenza reale sostenuta da nutrimento e idratazione, come tutti. Non si sarebbe dovuto arrivare là”

“Vincent Lambert era vivo, non aveva aiuti per restare in vita, se non l’alimentazione e l’idratazione, cioè le cose di cui tutti noi abbiamo bisogno”. Lo spiega mons. Bernard Ginoux, vescovo di Montauban, al telefono con il Sir. “Certo lo si faceva con una sonda perché non si sapeva esattamente se fosse in grado di deglutire normalmente”. Ma la cosa veramente “anormale” è che “dal 2013 non ci si è più occupati di lui, mentre lo si sarebbe dovuto trasportare in un centro specializzato per questo genere di persone che hanno una relazione alterata, ma pur sempre presente”. Racconta ancora il vescovo che “Lambert aveva stati di veglia e stati di sonno, seguiva con lo sguardo. E lo si vede anche dal fatto che ci ha messo dieci giorni a morire: c’era in lui una forza di vita, cosa che i suoi genitori hanno cercato di sottolineare”.

Lambert “è un martire del mondo contemporaneo” e la sua morte “è inammissibile rispetto alla coscienza umana, perché non si può uccidere – lo dice la legge – e rispetto alla coscienza cristiana, perché non possiamo metterci al posto di Dio che è il Signore della vita”. Non è importante che la famiglia fosse cattolica, precisa il vescovo: ciò che vale è il fatto che “è un essere umano, che ha il diritto al rispetto della vita”. “Perché domani”, aggiunge il vescovo, “correremo il rischio di applicare la stessa procedura a persone anziane o gravemente handicappate”.  Questo caso “pone un grande problema di civilizzazione e la Francia lentamente avanza con la procreazione medicalmente assistita o questi episodi, verso l’alterazione dell’umano”.

“Ci sono 1.500 persone in Francia nella stessa situazione di Lambert”, a cui si possono aggiungere altri casi noti, come quello del pilota tedesco Michael Schumacher, che mons. Ginoux cita. Lambert è stato sottoposto a questo trattamento, “affermando che avrebbe dettonon voler vivere in quelle condizioni”. Ma alla luce degli anni passati in ospedale a fianco di tante persone in fin di vita “ho visto persone che in punto di morte chiedevano di essere ancora curate per poter continuare a vivere, mentre in altri momenti avevano pensato il contrario. Quello che diciamo quando siamo in vita, dopo è diverso. E comunque non c’era la certezza che Lambert lo avesse detto.”.

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