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Oggi la giornata mondiale della pastorizia

Salviamo una filiera da 2,5 milioni di euro di valore

Oggi la giornata mondiale della pastorizia

“La giornata mondiale della pastorizia - oggi, 26 marzo - porta alla ribalta il patrimonio zootecnico regionale che realizza una filiera del valore di 2,5milioni di euro data da allevamenti ovi caprini sia da carne che da latte”. Lo precisa Coldiretti Veneto ricordando che l’antico mestiere del pastore è ancora praticato soprattutto dalle nuove generazioni senza distinzione di sesso. Il settore è infatti animato dalla presenza di donne che hanno fatto una scelta di vita rinunciando ad una professione in banca, impiegatizia o in un laboratorio chimico (nella foto la fregonese Katy Mastorci) nonostante un diploma tecnico o la laurea in biologia. I custodi di questo comparto salvano, inoltre, razze in via d’estinzione come l’agnello Alpagoto di Belluno o la pecora Brogna dei Monti Lessini nel veronese, due delle 38 censite a livello nazionale vantaggio della biodiversità e che si prende cura di 6,2 milioni di capi da nord a sud della Penisola anche attraverso tradizioni millenarie come la transumanza proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità l’11 dicembre 2019

Rispettare le tradizioni della Pasqua e portare in tavola carne d’agnello non è solo benaugurante per il ritorno alla normalità ma aiuta anche la sopravvivenza di 60 mila pastori duramente colpiti dalla crisi provocata dall’emergenza coronavirus. E’ quanto afferma la Coldiretti  che ha lanciato la campagna social #iostocoipastori per sostenere il valore sociale, economico, storico e ambientale di una attività al limite della sopravvivenza.

Sostenere con i propri acquisti la produzione Made in Italy significa – afferma la Coldiretti – aiutare il proprio territorio e contrastare anche l’abbandono delle aree più difficili dove i pastori svolgono un ruolo insostituibile di presidio. Un sostegno fondamentale anche per le regioni terremotate del centro Italia dove c’è una significativa presenza di allevamenti che è importante aiutare per la ripresa economica ed occupazionale a quasi cinque anni dal sisma che ha colpito quei territori.

In una situazione in cui la maggioranza dell’offerta viene dall’estero e soprattutto da Romania e Grecia che non assicurano gli stessi standard qualitativi, per portare in tavola qualità al giusto prezzo il consiglio della Coldiretti è dunque quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale, o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando è possibile.

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