Perché l'incendio di Notre-Dame ha creato tanta emozione?
Riflessione di Giuliano Zanchi
Su Settimananews un'interessanta riflessione di Giuliano Zanchi sulle reazioni all'incendio di Notre Dame. Osserva Zanchi: "L’aspetto più sorprendente dell’incendio della cattedrale di Notre-Dame a Parigi resta senz’altro l’immediata sovradeterminazione simbolica e l’istantanea ipereccitazione emotiva che ha da subito circondato il corso degli eventi. Tra i molti commenti della primissima ora, solo la consueta franchezza di Vittorio Sgarbi ha dato la reale misura dell’accadimento, ridimensionando il senso di perdita aleggiante attorno alla Cattedrale in fiamme. Essa è il frutto di una ricostruzione ottocentesca (del famoso Violet-le-Duc padre del nostro immaginario gotico), non contiene capolavori clamorosi, nulla è perso di irreparabile, l’essenziale è stato messo in salvo e la chiesa sarà ricostruita pressoché identica in tempi relativamente brevi. Ma le immagini dell’incendio - prosegue Zanchi - trasmesse in diretta planetaria hanno saputo insinuare un generale senso di sgomento che ha subito trovato i suoi canali di manifestazione, modellato le proprie retoriche, attivato gli ormai consueti meccanismi della sensazione generale. La natura catalizzatrice della rappresentazione mediatica ha agito di nuovo in tutta la sua potenza incantatoria. Un fatto certamente clamoroso, ma tutto sommato contingente, ha per qualche ora assunto le dimensioni di una rivelazione apocalittica e ha indotto in moltissimi le percezioni di un lutto personale, in una miscela di sentimenti collettivi che hanno dato slancio e disinvoltura a parole dominate da un’enfasi incontrollata e da una emotività alquanto conturbata.
Nel sito www.settimananews.it il testo completo dell'analisi.
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