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Ritardi dei fondi statali per le scuole d’infanzia: La Fism nazionale diffida il Ministero

Consegnato oggi al ministro l’atto di diffida.

Ritardi dei fondi statali per le scuole d’infanzia: La Fism nazionale diffida il Ministero

Una diffida formale al Ministero dell'Istruzione, per spingere il ministro Stefania Giannini a una firma dovuta da mesi. E' quanto ha fatto oggi la Fism nazionale, la Federazione che raggruppa i gestori di circa 8.000 scuole d’infanzia e nidi paritari presenti in 4.600 Comuni italiani. Sono 500 i milioni di euro che le scuole avanzano dal Ministero per il 2016, relativi all’anno scolastico 2015-2016, ormai terminato. E se il Ministro non dovesse firmare con urgenza il Decreto di ripartizione del contributo statale, capitolo 1477/2016, il rischio, con tutti i passaggi intermedi necessari, compresa la Corte dei Conti, è di vedere i soldi nel 2017. Con un altro anno scolastico già iniziato.

Anzi, con un anno che forse, per tante scuole, non inizierà proprio. E’ impensabile, infatti, che realtà già provate da mancanza di fondi possano continuare a scommettere sul futuro, magari chiedendo ancora prestiti alle banche o, peggio, alzando ulteriormente le rette alle famiglie. E così, oggi, la scelta di consegnare la diffida al ministro Giannini, per tutelare gestori, bambini, famiglie e dipendenti.

“Registriamo un ritardo di oltre un mese rispetto all’anno scorso sulla firma del Decretoda parte del ministro – sottolinea Stefano Cecchin, presidente Fism del Veneto -. Il Parlamento, grazie anche all’attività dei parlamentari veneti, in particolare dell’on. Simonetta Rubinato, nella legge di Stabilità a fine 2015 aveva alzato le risorse a 500 milioni di euro su base nazionale, di cui 60 circa spettano al Veneto, fissandole a questa cifra per tre anni, e mettendo a disposizione del Miur queste risorse per il 2016 fin da gennaio. Non si capisce, e non è accettabile il ritardo nella firma del Decreto, soprattutto perché sembra che questo ritardo dipenda da una parte dell’apparato burocratico del Ministero che, in questo modo, non sta dando corso alla volontà del Parlamento. Questo corto circuito rischia di mettere la parola fine, se questo ritardo continuerà a protrarsi, alle scuole pubbliche paritarie dell’infanzia italiane, che non saranno in grado di ricevere a fine 2016 i contributi dovuti.

Parliamo di 33 mila euro per una scuola con 3 sezioni, di oltre 50mila per una con 5 sezioni. Sono cifre importanti, senza le quali non si lavora. La diffida serve a tutelare i nostri gestori, nella quasi totalità parroci, le nostre scuole, spesso centenarie, e il mezzo milione di famiglie e bambini che le frequentano. Ci tuteliamo perché, in caso di chiusura, potremmo chiedere i danni. Ci aspettiamo una puntuale e precisa risposta del ministro Giannini che, per quanto ci riguarda, si concretizza in un’unica azione concreta: la firma sul Decreto”. Il Veneto, con le sue 1.040 scuole associate alla Fism e oltre 80.000 bambini frequentanti, è la prima regione italiana quanto a rapporto tra numero di bambini 3-6 anni che frequentano le scuole paritarie e quelli che frequentano le Scuole statali (64,5 per cento, rispetto al 34,5 che frequenta la statale), seguito da Lombardia ed Emilia Romagna. Un sistema pubblico, sancito dalla legge sulla parità, la n.62 del 2000, che si regge sulla compresenza sul territorio di scuole paritarie e di scuole statali. E proprio dalla Regione Veneto, in questi giorni, è arrivata l’unica notizia positiva: un aumento di 5 milioni di euro per i fondi destinati alle scuole dell’infanzia e ai nidi paritari per il 2016.

“L’impegno del presidente Zaia e degli assessori di trovare ulteriori fondi per ridurre il taglio dei finanziamenti regionali sul 2016 si è così concretizzato – commenta Cecchin -. I 36 milioni di euro saranno suddivisi in 18 per le materne e 18 per i nidi. La Giunta si è impegnata con la Fism a individuare ulteriori fondi entro fine anno tra le pieghe del Bilancio. Noi ci contiamo, come contiamo sul fatto che gli uffici regionali stiano lavorando per accelerare leliquidazioni di quanto ci spetta dei contributi pregressi relativi al 2014 e al 2015. Speriamo sia questione di poco, perché è importante programmare il nuovo anno scolastico con un piano finanziario adeguato e con le certezze sulle tempistiche di pagamento”. 

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