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SANITÀ: intervista a Cinquetti dopo 36 anni di servizio nel trevigiano

Da qualche settimana è in servizio nell'Ulss di Belluno

SANITÀ: intervista a Cinquetti dopo 36 anni di servizio nel trevigiano

In punto di morte santa Teresa d’Avila lasciò alle sue consorelle un brevissimo testamento: “Es tiempo de caminar”. E questo è diventato, in un certo senso, il motto anche di Sandro Cinquetti, che alla santa spagnola è particolarmente legato. «Ho fatto il passo di lasciare dopo 36 anni la sanità trevigiana per approdare a Belluno sicuramente per motivi professionali, ma anche spinto da questo invito ad essere sempre in cammino. E poi per poter essere più vicino alle montagne che da sei anni ho ripreso a frequentare assiduamente con grande soddisfazione personale». Classe 1957, veronese di nascita e trevigiano di adozione (risiede con la famiglia a Santa Maria di Feletto), laurea in Medicina a Padova e specializzazioni in Ematologia generale, Igiene e medicina preventiva e Medicina legale, Cinquetti ha iniziato nel 1984 l’itinerario professionale all’allora Ulss di Pieve di Soligo. Ha percorso tutti i livelli della carriera nella disciplina di igiene, epidemiologia e sanità pubblica - «il settore che si occupa di mantenere sani i sani», spiega Cinquetti -, giungendo nel 1998 alla posizione di direttore del Dipartimento di prevenzione. Dal gennaio 2006 per oltre sette anni è stato direttore sanitario della ex Ulss di Pieve di Soligo. Con la creazione dell’Ulss unica provinciale è diventato direttore del Servizio igiene e sanità pubblica, incarico ricoperto fino al giugno 2020, quando è avvenuto il trasferimento all’Ulss di Belluno per ricoprire I l’incarico di direttore del Dipartimento di prevenzione. Appena giunto all’Ulss Dolomiti si è messo all’opera per la fase 3 della pandemia da Covid 19, che presenta ancora code di contagi, come il focolaio di Feltre. Le fase 1 e 2 le ha vissute a Treviso. «Sono stati tre mesi che mi hanno insegnato tanto umanamente e professionalmente - racconta -. Di fronte ad eventi eccezionali, in cui constati che gli strumenti della sanità sono limitati, comprendi ancor più che la vita è un dono, un miracolo che si rinnova di giorno in giorno. E l’emergenza ha creato vicinanza, direi quasi fratellanza, con i colleghi, i sindaci, i volontari».

Nell'Azione di domenica 12 luglio ampia intervista a Sandro Cinquetti.

SANITÀ: intervista a Cinquetti dopo 36 anni di servizio nel trevigiano
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