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SICUREZZA ALIMENTARE: "Diritto al cibo e lavoro di qualità, due facce della stessa medaglia"

Oggi, 7 giugno, ricorre la Giornata mondiale per la sicurezza alimentare. L'intervento del segretario nazionale della Fai-Cisl Onofrio Rota

SICUREZZA ALIMENTARE: "Diritto al cibo e lavoro di qualità, due facce della stessa medaglia"

"Curare la sicurezza dei prodotti, garantire l’igiene nei processi produttivi, monitorare le filiere per prevenire le contaminazioni nocive: sono tre obiettivi fondamentali che ogni Paese deve perseguire costantemente per tutelare la salute pubblica e favorire l’accesso per tutti al cibo di qualità, un diritto umano fondamentale, eppure violato in molte parti del mondo e per diverse fasce sociali, in particolare in questa complessa fase storica, in cui le tensioni internazionali e le impennate inflazionistiche stanno mettendo a dura prova imprese e consumatori".

Così il segretario generale della Fai-Cisl Onofrio Rota commenta sul quotidiano online Interris la ricorrenza di oggi della Giornata mondiale per la sicurezza alimentare, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2018.
"Una ricorrenza - scrive il leader della Federazione agroalimentare della Cisl - che ci ricorda che la produzione e il consumo di cibo sicuro hanno benefici per le persone, per l’economia, per l’ambiente, tutte tematiche strettamente connesse tra loro, che invitano anche il sindacato ad operare affinché il raggiungimento di questi obiettivi passi per il miglioramento delle condizioni di lavoro: perché diritto al cibo sano e lavoro di qualità, a ben vedere, sono due facce di una stessa medaglia".

"Abbiamo dalla nostra parte diversi strumenti, anzitutto quelli della rappresentanza e della buona contrattazione - afferma Rota - che rimangono leve essenziali per innalzare l’asticella dei redditi, delle tutele, della produttività, della formazione e di conseguenza delle competenze dei lavoratori, nonché per incalzare le imprese sulla loro responsabilità sociale e allargare il perimetro della partecipazione dei dipendenti alle scelte strategiche delle aziende. Ma anche sul piano culturale il sindacato può e deve fare molto, divulgando le buone pratiche con cui si riduce lo spreco del cibo e delle risorse naturali, formando i consumatori su come orientare il mercato verso produzioni etiche e sostenibili, accorciando le filiere agroalimentari per innalzare la catena del valore in tutto il percorso produttivo e distributivo".

"La sfida - afferma in conclusione Rota - è produrre meglio e di più con sempre meno sprechi, meno energia, meno acqua, e garantire a ciascuno il diritto alla salute e al cibo, che non è soltanto nutrimento ma anche cultura, identità, relazione con l’altro".

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