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SUSEGANA: resta sempre meno della chiesa di San Daniele in Vigna

Fu la prima parrocchiale del paese.

SUSEGANA: resta sempre meno della chiesa di San Daniele in Vigna

È stata forse una piccola scossa di terremoto, avvertita il giovedì santo, a far cadere uno dei pochi muri superstiti della chiesa di San Daniele in Vigna, prima parrocchiale di Susegana. La porzione di muro perimetrale, già da tempo inclinata verso valle, si trovava a ridosso di una gettata di cemento realizzata durante la Grande Guerra dagli occupanti austroungarici che avevano trasformato la chiesa in un osservatorio, probabile sede anche di una postazione di artiglieria. Forse è stato proprio lo scuotersi del blocco di cemento a dare il colpo finale al muro.

“Dopo questo ulteriore crollo cercheremo di mantenere la pulizia del sito un po’ come facciamo dal 2014 quando abbiamo fatto il primo intervento – spiegano ad ArcheoSusegana – la situazione, comunque, non è facile. Ci sono problemi di sicurezza, peraltro segnalati da specifica cartellonistica, che non sono di facile soluzione”.

Abbattuta quasi del tutto dalle artiglierie italiane appostate sul Montello, la chiesetta di San Daniele è stata interessata da diversi crolli, non ultimo quello della parte superiore della facciata principale dove c’era il foro circolare del rosone. Il nuovo, recente, crollo riduce al minimo la presenza della chiesa sul colle di San Daniele, dove le tracce lasciate dall’uomo, passando per l’era romana, risalgono all’età delle pietra.

La chiesa, la cui presenza è certificata da un testamento rogato nel 1270, si trovava al centro di una zona boscosa non lontano da quella via Lovera che portava a Sottoselva che per toponimia richiama la presenza dei lupi. Lo stesso culto a San Daniele, il profeta finito nella fossa dei leoni e venerato fin dal secolo X nelle terre che dalla laguna veneta risalivano il Piave, richiama a titolazioni longobarde e di presidio militare com’erano le terre dei Collalto.

Unico frammento superstite dello splendore dell’antico luogo di culto è un lacerto d’affresco, raffigurante una Madonna in trono col Bambino, datato 1480, fatto staccare dal conte Rambaldo Collalto nell’inverno del 1939 e collocato nella chiesa del Carmine fuori le mura del castello di San Salvatore. L’affresco restaurato si trova ora nella cappella della chiesa parrocchiale.

Antonio Menegon

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