Sabato l'ordinazione di don Mauro Polesello
Uomo di Dio per il popolo.
Due mani che spezzano una pagnotta e un bicchiere di vino. Mauro Polesello ha scelto il dipinto semplice e solenne della santa cena del pittore Arcabas per annunciare ad amici e conoscenti la sua ordinazione sacerdotale che ha luogo sabato 28 maggio alle 15.30 in Cattedrale per l’imposizione delle mani e la preghiera del vescovo Corrado.
«Questo dipinto – racconta – mi ha colpito perché l’attenzione è puntata sull’Eucaristia, che è al centro della vita del sacerdote e della Chiesa, raffigurata in modo molto semplice, quasi umile».
Mauro è nato nel 1990. Ha vissuto con la famiglia a Colfrancui fino al 2006 quando ha deciso di proseguire il liceo scientifico risiedendo in seminario a Vittorio Veneto. Terminato il liceo, il passaggio in teologia. La primissima esperienza pastorale a Sernaglia e poi il “trasferimento” a Sacile nel 2013 dove tuttora presta servizio. Nel duomo di San Nicolò il 26 aprile 2015 è stato ordinato diacono.
Mauro, come hai vissuto questo ultimo anno di preparazione al sacerdozio? «L’impegno in parrocchia si è fatto più denso, soprattutto con i bambini, i ragazzi e i giovani. Collaboro anche con i sacerdoti del seminario nell’accompagnamento dei ragazzi del minore. Ho fatto le prime esperienze di predicazione che mi hanno obbligato ad accostarmi alla Parola di Dio in modo diverso. Anche la messa l’ho vissuta diversamente: direi in modo più intenso».
Mancano pochissimi giorni all’ordinazione, quali sentimenti stai vivendo? «Cerco di ricavare più tempo per stare con il Signore e attendo con desiderio gli esercizi spirituali che precedono l’ordinazione. Ma, in realtà, è da molto tempo che mi sto preparando: come dice il mio confessore, per poter fare un gran salto serve una buona rincorsa. La mia rincorsa è iniziata al tempo di avvio dell’approfondimento vocazionale ed è proseguita con il discernimento in seminario».
Papa Francesco chiede ai sacerdoti di essere “immersi” nel popolo di Dio. Ti senti pronto a questo? «La nostra gente vuol vedere il prete vicino a sé, cerca il suo contatto. I sacerdoti – oggi ridotti di numero rispetto al passato – vengono quasi “mangiati” dal popolo di Dio. Solo con la forza del Signore è possibile vincere le resistenze e donare se stessi agli altri. Penso sia necessario curare il rapporto con il Signore per un sacerdozio fecondo. Servono equilibrio e saggezza per preparare in modo adeguato il proprio servizio che è favore della comunità stessa».
La pastorale giovanile è uno degli ambiti più in difficoltà nelle nostre parrocchie. Da giovane tra i giovani, cosa vedi? «Vedo ragazzi con una vita attiva e molto impegnata, “riempiti” di tante cose, che faticano a trovare nella fede un di più, un dono speciale per la propria esistenza. Vengono proposti tanti metodi pastorali ma finora non ho incontrato formule vincenti. Penso che alla fine il giovane si aspetti dall’adulto testimonianza, accompagnamento, ascolto e accoglienza. Passa per l’adulto-testimone la creazione delle condizioni per l’incontro del ragazzo con Gesù».
Vuoi consegnare un messaggio a ragazzi e giovani? «In questi giorni vi sono diverse iniziative in preparazione alla mia ordinazione. Ai ragazzi che vi sono coinvolti dico di non insabbiare eventuali domande che dovessero emergere sulla loro vita futura, perché ne va della loro felicità. Io l’ho fatto e ringrazio il Signore per questo. Davvero sento che sto vivendo una vita piena».
La celebrazione di ordinazione sarà trasmessa in diretta da La Tenda Tv - GUARDALA IN STREAMING
Federico Citron
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