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Sernaglia. Inaugurata la cassa di espansione

La cerimonia sabato scorso.

Sernaglia. Inaugurata la cassa di espansione

Una bella mattinata di sole e una piccola folla di cittadini, tra i quali gli studenti dell'istituto comprensivo, hanno fatto da cornice oggi all'inaugurazione del bacino di laminazione di via Farra a Sernaglia, opera costata un milione di euro e finanziata dalla Regione Veneto per aumentare la sicurezza idraulica del territorio. A fare gli onori di casa ai cittadini e ai colleghi dei Comuni limitrofi il sindaco di Sernaglia Sonia Fregolent e il presidente del Consorzio di bonifica Piave Giuseppe Romano. Presenti anche i consiglieri regionali Gianpiero Possamai e Amedeo Gerolimetto.

 

Questi i dati tecnici del bacino: la capacità massima di invaso è di 62.000 metri cubi, l'area interessata è di 20.150 metri quadrati, la portata massima in ingresso è di 17 metri cubi al secondo; quota argini 128,60 metri s.m.m., quota fondo 123,50 metri s.m.m., profondità massima 5,10 metri. Due i corsi d'acqua che possono “entrare” nella cassa: il torrente Patean e un altro corso che riceve acqua dal torrente Gavada. Tra domenica notte e lunedì mattina, in occasione della forte perturbazione che ha interessato la provincia, il bacino si è riempito fino a un'altezza di 1,80 metri.

 

Ecco quanto detto dal sindaco Fregolent prima del taglio del nastro: “Sono fiera e orgogliosa di essere qui oggi per inaugurare quest'opera. Volevo partire con dei ringraziamenti, in primis al Consorzio di bonifica e al suo presidente perché  da quando ci sono state le prime esondazioni nella mia amministrazione, il 28 giugno e la notte tra il 6 e 7 luglio 2009, non mi hanno mai lasciata sola e mi hanno sempre dato un supporto per trovare una soluzione a beneficio del centro abitato di Sernaglia. Di questo al Consorzio e ai suoi dipendenti, e alla Regione Veneto che ha finanziato completamente l'opera, devo dire grazie perché senza di loro ci troveremmo ancora in difficoltà. La pioggia di domenica scorsa, che di fatto ha “collaudato” il bacino, per il nostro centro abitato sarebbe stato un problema. Ringrazio la dirigente scolastica Giuliana Barazzuol che ha accolto l'invito della nostra amministrazione ad avere gli studenti qui con noi: crediamo sia giusto che anche loro conoscano quest'opera e la sua funzione. Un grazie anche a sindaci e assessori dei Comuni vicini che sono qui oggi: spesso, purtroppo, il rischio idrogeologico accomuna varie amministrazioni. Grazie ai miei dipendenti comunali e alla mia giunta perché quest'opera è il frutto di tante sinergie e contributi. Non è un'opera di un soggetto solo ma di tante persone. Grazie anche alle associazioni presenti a questa cerimonia, tra le quali la protezione civile. I problemi del 2009 sono stati uno stimolo per il nostro Comune perché da lì è nato il gruppo di protezione civile, che può contare su ben 40 persone e che oggi si contraddistingue in tutta la provincia per l'aiuto alle popolazioni in difficoltà.

Il rischio idrogeologico e idraulico sono un problema in Italia, un po' perché si è costruito dove non si poteva costruire e un po' perché l'uomo ha la presunzione di potere governare la natura anziché rispettarla. Credo che dovremmo tornare un po' indietro e approcciarci all'ambiente e alla natura come facevano i nostri nonni, cercando cioè di avere un ritorno economico ma rispettando i vincoli ambientali. Mi auguro che avere realizzato una cassa d'espansione non faccia sentire qualcuno legittimato ad aumentare i carichi idraulici ma anzi faccia riflettere su quanto il nostro territorio sia fragile. Concludo leggendovi un proverbio Masai che mi ha fatto riflettere e che vi lascio come pensiero: “Trattiamo bene la terra su cui viviamo. Essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli”” ha concluso Fregolent.

 

Queste invece le parole di Giuseppe Romano, presidente del Consorzio Piave: “Anch'io sono orgoglioso di avere contribuito, insieme al sindaco e a tutte le persone che ha citato, alla realizzazione di questo bacino di laminazione. Sono contento per questa cerimonia ma soprattutto per quanto accaduto nella notte tra domenica e lunedì scorsi. Siamo orgogliosi di avere speso tempo a rincorrere i problemi (nel 2009 eravamo sempre qui), a trovare le risorse, a condividere il progetto e a trovare gli accordi per realizzarlo. Credo che il risultato finale sia encomiabile e dia lustro a un percorso che si sta facendo in Veneto e in particolare all'interno del consorzio Piave. Stiamo realizzando bacini di laminazione per mettere in sicurezza idraulica la provincia di Treviso. Lo dico con schiettezza: per il nostro consorzio il vero lavoro inizia oggi ed è la manutenzione delle opere. Questa cassa d'espansione è bellissima, ma se nessuno la mantiene e la cura, nel giro di alcuni anni sarà ricoperta di erbacce. Il lavoro a tempo pieno del consorzio è mantenere le opere, i canali e i fossati del demanio pubblico che ci sono dati in gestione. Un lavoro per il quale chiediamo un contributo ai nostri contribuenti perché non viviamo di soldi pubblici, ma dei nostri soldi che usiamo per mantenere il nostro territorio. La sicurezza idraulica al 100% non l'avremo mai, ma oggi facciamo un passo importante per dare maggiore sicurezza a Sernaglia, come abbiamo fatto per altre aree della provincia, da Castelfranco a Preganziol alla sinistra Piave. Negli ultimi due anni abbiamo investito 30 milioni di euro in sicurezza idraulica. Non sono pochi da trovare – e ringrazio la Regione – e anche da spendere. Questa cassa è stata pensata e realizzata in 5 anni, che sono pochi, quasi un record. Abbiamo speso tempo e qualche arrabbiatura con qualcuno che ha tentato di rinviare il problema. Ma questo è il nostro lavoro. Ringrazio la ditta Emaprice per il lavoro svolto, il mio consiglio d'amministrazione che insieme a me ha lavorato negli ultimi 5 anni per dare una risposta al territorio, e i dipendenti del consorzio”.

 

L'opera è stata benedetta dal parroco di Sernaglia don Mirko Dalla Torre. Sono seguiti il taglio del nastro, il buffet e, per chi ha voluto, anche una passeggiata lungo gli argini del bacino di laminazione.

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