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TREVISO: infortuni Covid 19, quasi 3 mila a Treviso degli oltre 16.700 in Veneto

Atalmi: “Rispetto scrupoloso delle procedure di sicurezza previste nei protocolli”

Parole chiave: incidenti (4), Cgil (1), lavoro (11), sicurezza (11), Treviso (9), Covid (3)
TREVISO: infortuni Covid 19, quasi 3 mila a Treviso degli oltre 16.700 in Veneto

All’indomani dell’annuncio delle categorie prioritarie per la vaccinazione la CGIL di Treviso fa appello perché resti alta l’attenzione sul rischio contagio nei luoghi di lavoro e si acceleri con le vaccinazioni. Una richiesta che parte da un dato, quello del Comitato Consultivo Provinciale dell’INAIL di Treviso, che va a monitorare l’andamento e la diffusione dell’epidemia proprio nei luoghi di lavoro.

La banca dati dell’INAIL provinciale registra che nei primi due mesi del 2021 sono ancora in crescita gli infortuni Covid. Sono infatti 2.946 i lavoratori nel trevigiano che hanno contratto il virus sul lavoro su un totale di 16.752 casi in Veneto (Verona in questa triste classifica è prima con 4.059 casi, seguita proprio dalla Marca con 2.946, poi Vicenza con 2.933, Padova con 2.653, Venezia con 2.551, Belluno con 1.089 e Rovigo a quota 521). Una fotografia che certamente non tranquillizza, se poi si parametra il dato allo scorso anno, si conta un aumento pari al 13,4% dei casi. Il Veneto si attesta al 9,3% e solo la provincia di Padova ha una percentuale maggiore, il 15,8%. Inoltre, per completare il drammatico quadro, sui 18 casi di decessi per Covid sul lavoro dei primi due mesi del 2021, 7 si sono verificati nel Veneziano, 5 in provincia di Treviso, 2 nel Veronese e 2 nella provincia berica, 1 nel Padovano e 1 in provincia di Rovigo.

Ancora nettamente predominante tra i casi trevigiani la componente lavorativa femminile, con 2.126 contagiate rispetto agli 820 uomini. La fascia di età più colpita è quella tra i 50 e i 64 anni. Numeri, questi, che confermano che la stragrande maggioranza dei casi, oltre l’80%, si registra ancora tra personale sanitario e sociosanitario. La nota positiva si coglie dai segnali di netta inversione di tendenza a partire dal mese di marzo, grazie all’avvio del piano vaccinale proprio a partire dalle strutture ospedaliere e dalle residenze per anziani e persone non autosufficienti.

“Diviene necessario, per questo motivo, agire accelerando il piano vaccinale nazionale a partire dalle classi di età più a rischio e dai lavoratori più esposti – ribadisce la posizione della CGIL trevigiana Nicola Atalmi, presidente del Comitato Consultivo Provinciale dell’INAIL di Treviso –, allo stesso tempo è fondamentale non abbassare la guardia e tenere alta l’attenzione in tutti i luoghi di lavoro, rispettando scrupolosamente le procedure di sicurezza previste nei protocolli definiti con i rispettivi Comitati”.

TREVISO: infortuni Covid 19, quasi 3 mila a Treviso degli oltre 16.700 in Veneto
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