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TREVISO: per San Valentino “Fai un gesto d’amore, fai il test gratuito per l’HIV”

Lunedì 14 febbraio al Ca' Foncello la campagna di screening Anlaids   

TREVISO: per San Valentino  “Fai un gesto d’amore, fai il test gratuito per l’HIV”

Lunedì 14 febbraio, nel giorno in cui si celebra la Festa degli innamorati: “Fai un gesto d’amore, fai il test per l’HIV”L’Associazione ANLAIDS di Treviso invita tutti i cittadini a partecipare al pomeriggio della prevenzione. Dalle 16 alle 19 verrà offerto gratuitamente il Test rapido per l’HIV negli spazi del padiglione F1 di Malattie Infettive dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso (ingresso da via Scarpa, n.9).

Potranno partecipare allo screening anonimo e gratuito tutti i cittadini maggiorenni, nonché i minorenni accompagnati dai genitori. Non serve la prenotazione. Nei 15 minuti che precedono il test è importante non bere, né mangiare (neanche gomme o caramelle).

«Proporremo un test assolutamente non invasivo e indolore, che consiste in un piccolo “cotton fioc” che viene strofinato sulle gengive. In quindici minuti si ha l’esito. Tutti i cittadini sono invitati a compiere questo atto d’amore verso se stessi e per le persone a cui vogliono bene» sottolinea l’infettivologa Maria Cristina Rossi.

È importante che tutte le persone aderiscano senza paura. Ancora oggi nel nostro Paese resiste la convinzione che il virus dell’HIV sia associato all’omosessualità o al consumo di droghe, e invece, i dati, evidenziano che sempre più spesso colpisce le coppie eterosessuali. «Nel 90% dei casi l’HIV si trasmette attraverso rapporti sessuali non protetti, la malattia non dà sintomi se non nell’ultima fase. L’unico modo per scoprirla in tempo utile, ed evitare di trasmetterla ad altre persone, è fare il test» evidenzia Rossi.

Per questo è fondamentale che lo screening rapido per l’HIV venga eseguito dal maggior numero di persone. Un check-up che in pochi minuti restituisce un’informazione preziosa sulla propria salute.

«Sapere precocemente di aver contratto l’HIV consente di avviare tempestivamente la terapia farmacologica, evitando che l’infezione degeneri nella malattia dell’AIDS» conclude la dottoressa Rossi «grazie ai farmaci che abbiamo a disposizione chi è sieropositivo può condurre un’esistenza normale, può lavorare, innamorarsi, avere figli, rimanendo in salute e mantenendo una buona qualità della vita».

(fonte: comunicato stampa)

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