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"Time out" per settanta ragazzi

Le problematiche più frequenti sono familiari e scolastiche, autolesionismo, sindromi depressive. Benazzi: “Grazie alla collaborazione tra specialisti forniamo risposte personalizzate in tempi brevi”.

"Time out" per settanta ragazzi

Sono settanta i ragazzi, alle prese con problematiche e diverse richieste d’aiuto diversificate, che si sono rivolti, nei primi sei mesi di attività, al nuovo spazio di ascolto “Time Out”, istituito all’interno dell’Ulss 7 e rivolto ad adolescenti e giovani adulti dai 14 ai 24 anni che vivono situazioni di crisi esistenziale o emotiva.

“Tra le problematiche più frequenti - spiega Umberto Simonetti, direttore dell’Unità Operativa Infanzia, Adolescenza e Famiglia – ci sono quelle relative al rapporto con i genitori ma, anche, situazioni più complesse tra cui  sindromi ansioso-depressive, comportamento aggressivo, rifiuto scolastico, autolesionismo e violenza sessuale. In oltre l’80% dei casi l’intervento erogato in favore dell’adolescente è stato di consulenza o di presa in carico breve (medica o psicologica); nei restanti casi si è proceduto con un accompagnamento agli altri Servizi dell’Azienda Socio sanitaria. In un quarto dei casi la consulenza ha riguardato, oltre ai ragazzi, anche le rispettive famiglie.

“Quello che abbiamo attivato – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 7 - non è un nuovo servizio dedicato all’adolescenza, ma piuttosto un modulo operativo innovativo, uno Spazio il più possibile ‘neutro’ che mette i Servizi dell’Ulss in comunicazione tra di loro e che ne rappresenta un’emanazione diretta. Quante volte un adolescente ‘viene perduto’ nel passaggio da un Servizio a un altro o, peggio, solo perché ha sbagliato la porta d’accesso? Questo non deve accadere. Il giovane che accede al ‘Time Out’ ottiene, automaticamente, la possibilità di accesso a tutti quei Servizi dell’Ulss che possono aiutarlo nella soluzione dei suoi problemi, sempre accompagnato dagli operatori del nuovo Spazio. Nell’ottica di ridurre al minimo gli “abbandoni” – prosegue Benazzi – stiamo lavorando molto anche sui tempi di attesa che, se già sono una priorità per la nostra Azienda, sono un obbligo quando ci si relaziona con i nativi digitali, che faticano ad aspettare a lungo le risposte”.

Il progetto “Time Out” è attuato da un gruppo di operatori coordinati dal dott. Adriano Compagno e accomunati da esperienza e interesse per i problemi dell’adolescenza, con diverse competenze professionali (psicologi, neuropsichiatra infantile, psichiatra, assistenti sociali), provenienti da diversi Servizi dell’Ulss 7 (Servizio per l’Età Evolutiva, Consultorio Familiare, Dipartimento di Salute Mentale, Servizio per le Dipendenze).

“I Servizi - sottolinea Giuseppe Bazzo, direttore dei Servizi Sociali - hanno talvolta procedure fortemente burocratizzate che contrastano con le esigenze degli adolescenti che, specie se in difficoltà, chiedono risposte rapide e non comprendono, o addirittura rifiutano, l’approccio burocratico. Avvicinarci al complesso mondo degli adolescenti, comprenderli e provare ad aiutarli: questa è la mission del “Time Out”. Sei mesi sono pochi per un giudizio definitivo ma il modello sembra funzionare. Abbiamo fatto un’importante scommessa che, grazie alla collaborazione di tutti coloro che con i giovani vivono e lavorano, speriamo di vincere”.

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