
Parliamo di solidarietà e di “ferie solidali”. Cioè, rinunciare a una piccola parte delle proprie ferie per donarla a un collega che si trova in grave difficoltà. Un collega che deve assistere un figlio minorenne, ma che per questo ha esaurito tutte le sue ferie e i suoi permessi ed è rimasto “a vuoto”. In altre parole, metti assieme i “doni” ed eccoti consolidato un ulteriore periodo di tempo libero dal lavoro per poter affrontare l’emergenza familiare. Un’esperienza già decollata sia nel settore privato che in quello pubblico.Il direttore delle risorse umane dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Filippo Spampinato, ha diffuso due avvisi di “ferie solidali” lo scorso febbraio. Ed entrambi hanno conseguito tanti consensi. Alla richiesta di trenta giorni si è risposto nel primo caso con l’offerta di circa 500 giorni, da parte di 235 lavoratori, diventati 200 giorni nel secondo caso suddivisi tra un centinaio di sottoscrizioni al 6 marzo scorso. Non si può dire alcunché delle vicende umane per rispetto della privacy, tanto che gli avvisi Ulss parlano semplicemente di “un dipendente del comparto dell’azienda che ha presentato la richiesta di ferie solidali”.Si sa che si tratta di mamme impegnate ad assistere figli giovanissimi malati. A riprova del fatto che davvero i dipendenti dell’Ulss si sono rivelati sensibili alla richiesta di aiuto, pur senza conoscere particolari della situazione familiare, sta questa osservazione: le donazioni sono arrivate da tutta la provincia di Treviso. Sono arrivate, cioè, anche da molti dipendenti dell’Ulss che nulla sapevano della collega bisognosa, del luogo in cui lavora, della malattia del figlio.Una seconda osservazione va fatta. La solidarietà espressa tramite le ferie donate non rimanda alle consuete collette di denaro, pur encomiabili. Qui c’è di più. Non si devolve una banconota, ma si dà qualcosa che appartiene alla sfera intima della personalità: il proprio tempo. Che poi, a dire il vero, succede questo: quando i donatori sono molti, «la cessione dei giorni – spiega lo stesso dottor Spampinato – verrà effettuata in misura proporzionale tra tutti gli offerenti». Come dire che un dipendente sottoscrittore si vedrà detrarre quel che basta, fatta la somma, per coprire il mese solidale richiesto. Ben sapendo che, perdurando l’emergenza, si può chiedere di attingere ancora dal pacchetto ferie solidali.All’Ulss un accordo su questo istituto coinvolgerà i sindacati. C’è da discutere su più di un argomento e ci sono anche questioni delicate da dipanare: è chiaro che i primi lavoratori richiedenti aiuto hanno maggiori possibilità di ottenere molte risposte positive. Chi, con bisogni del pari impellenti, si dovesse muovere nella seconda parte dell’anno, presumibilmente conseguirà meno consensi. Bisognerà studiare un meccanismo, un metodo di valutazione concordato che ponga rimedio a possibili distorsioni.Ad esempio, ecco un orientamento: nel caso in cui il numero di giorni di ferie o di riposo offerti sia inferiore a quello dei giorni richiesti e le richieste siano plurime, le giornate cedute saranno distribuite in misura proporzionale tra tutti i richiedenti.Barty Stefan