VENETO: Adhd, proposta del Pd regionale

“Consentire a tutti gli adulti con sospetto o accertato ADHD di essere diagnosticati e seguiti presso un medico o un ambulatorio della propria provincia di appartenenza, tramite il Servizio Sanitario Nazionale. Incaricare il Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda Ulss 9 Scaligera come Centro Coordinatore della Regione Veneto per la gestione dell'ADHD in età adulta”. Questo l’impegno per la Giunta regionale fissato da una mozione presentata dai consiglieri del Partito Democratico, Anna Maria Bigon, Andrea Zanoni e Francesca Zottis.

“La mozione presentata – descrivono i consiglieri - spiega che il disturbo da iperattività/deficit di attenzione – ADHD -, consiste in un disordine dello sviluppo neuro psichico del bambino, dell’adolescente e dell’adulto, caratterizzato da iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi che si manifesta generalmente prima dei 7 anni d’età. La sindrome è stata descritta clinicamente e definita nei criteri diagnostici e terapeutici soprattutto dagli psichiatri e pediatri statunitensi, sulla base di migliaia di pubblicazioni scientifiche, nel Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders, il manuale pubblicato dalla American Psychiatric Association utilizzato come referenza psichiatrica a livello internazionale (DSM-IV)”.

“La Regione – annotano gli esponenti dem - ha predisposto già dal 2015 dei centri per il trattamento farmacologico dell’ADHD in età adulta ma molti dei centri autorizzati di Psichiatria però non sono ancora attivi e le informazioni presenti sul sito della Regione non sono aggiornate. Per i maggiorenni che non hanno avuto la diagnosi prima dei 18 anni non è quasi mai possibile essere diagnosticati tramite il Servizio Sanitario Nazionale da professionisti della propria zona di residenza. Uno scenario che dunque necessita un cambio di passo”, concludono Bigon, Zanoni e Zottis.