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VENETO: Coronavirus, forse i primi segni di rallentamento

Elaborazione degli ultimi dati

VENETO: Coronavirus, forse i primi segni di rallentamento

Come ogni giorno il sito del settimanale diocesano di Belluno L’Amico del Popolo presenta i dati ufficiali nazionali sull’andamento del coronavirus Covid-19 elaborando le cifre del Ministero della Salute – Protezione civile. Nel bollettino nazionale (che inevitabilmente presenta numeri più contenuti rispetto ai successivi bollettini regionali) i casi totali accertati nel Veneto sono 2.172, 235 più di ieri, +12,1%, sempre in crescita ma forse con i primi segni di rallentamento. Isolati in casa: 1.424 (+144, +11,2%). Ricoverati con sintomi: 426 (+60 rispetto a ieri, +16,4%). Ricoverati gravi in terapia intensiva: 129 (+10, +8,4%). Morti: 63 (altri 8 morti in un giorno, + 14,5%). Guariti: 120 (+13, +12,1%).

(Elaborazioni dell’Amico del Popolo su dati Ministero della Salute – Protezione Civile)

La diffusione del morbo nel Veneto continua a crescere, con ricoverati, malati gravi e morti, ma sembra di vedere confermato un rallentamento: le linee di tendenza non si impennano più come accadeva solo qualche giorno fa. Non è pensabile che il virus si sia attenuato, piuttosto è il segno che i comportamenti più attenti della popolazione stanno cominciando a dare qualche frutto: il coronavirus non ha cura, possiamo combatterlo solo evitando che si diffonda. Stiamo a casa!

Proprio ieri la Regione del Veneto ha varato un programma molto “aggressivo” per individuare le persone contagiate senza sintomi, che sono contagiose senza saperlo. L’assessore regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin riassume così all’Amico del Popolo, in estrema sintesi, la nuova strategia (probabilmente la più dura del mondo): «PROTEZIONE ATTIVA: 1) tamponi per “inseguire” la malattia in numero più alto del mondo; 2) isolamento; 3) limitazione spostamenti; 3) georeferenziazione dei positivi; 4) modellazione matematica per determinare gli scenari attesi. PROTEZIONE PASSIVA: 3.800 posti letto in più. Con ospedali dedicati a covid in ogni uls e riapertura di vecchi ospedali». Il potenziamento dei posti negli ospedali, che tocca anche Belluno, Feltre e Pieve di Cadore, è stato tarato sulle previsioni di modelli matematici: «Abbiamo 20 tra statistici, matematici e virologi che fanno simulazioni da tre settimane», spiega Bottacin. «Sì, la curva sta cambiando pendenza. Senza le misure correttive le persone in terapia intensiva oggi sarebbero state di più». Addirittura una ventina, pare. Avanti così e di più, insomma.

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