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VENETO: profughi ucraini costretti a pagare le spese mediche

Le opposizioni compatte chiedono alla Regione il ritorno immediato delle esenzioni

VENETO: profughi ucraini costretti a pagare le spese mediche

Dal primo gennaio 2023, migliaia di profughi ucraini accolti in Veneto non possono più beneficiare dell’esenzione alla compartecipazione delle spese mediche ‘X22’, rilasciata dalla Regione del Veneto. Non viene più accettata, né rilasciata dai distretti sociosanitari della Regione”. A dirlo il Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, che ha presentato un’interrogazione sul tema, assieme a tutti i consiglieri di opposizione.

“Quanto accaduto, - osserva Lorenzoni - sta creando dei grossissimi problemi agli stessi profughi e alle strutture che li ospitano, anche perché l’accesso alle visite specialistiche è completamente a pagamento. Data la provvisorietà della collocazione dei profughi provenienti dall’Ucraina (spesso ospitati in canoniche o in alloggi a loro volta provvisori), la residenza non viene né richiesta, né rilasciata e quindi è difficile, se non impossibile, per loro poter accedere alle esenzioni denominate 7R3 o 6R2, concesse ai soli residenti in Veneto”. Non solo, - aggiunge il consigliere - i cittadini ucraini, essendo privi di residenza, non hanno nemmeno la possibilità di usufruire dei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, di secondo livello. La situazione è ancora più grave per tutte quelle persone che soffrono di patologie croniche: non sono nelle condizioni di procrastinare gli accertamenti periodici; se non, appunto, affrontando delle spese ingenti. Da qui l’interrogazione vera e propria: sapere se la Regione è intenzionata a reinserire al più presto l’esenzione ‘X22’ a favore dei profughi ucraini accolti in Veneto. La solidarietà non si vede nelle parole, ma nei fatti”.

“I presidenti delle Regioni sono stati nominati Commissari delegati per coordinare l’organizzazione dei rispettivi sistemi territoriali di protezione civile negli interventi e nelle attività di soccorso ed assistenza alla popolazione dell’Ucraina. Oggi cerchiamo di dare voce a chi non ha voce, nella certezza che giungeranno a stretto giro le risposte che ci attendiamo e che, soprattutto, stanno aspettando i tanti ucraini scappati dal loro Paese ormai quasi un anno fa”, conclude Lorenzoni.

(comunicato stampa)

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