VENETO: puntiamo sui boschi per recuperare acqua
L’esempio viene dall’Alto Vicentino
Redazione Online
16/04/2023

 “La Commissione agricoltura del Consiglio regionale del Veneto ha avuto modo di scoprire, grazie all’audizione della IPA Alto Vicentino, una alternativa straordinaria agli investimenti mastodontici per grandi bacini e laghetti. Infatti, grazie alla sperimentazione già avviata dal Consorzio Brenta e Veneto Agricoltura, è possibile conservare 1 milione di metri cubi di acqua all'anno, usando 1 solo ettaro di terreno e con un costo iniziale di soli 10-15.000 euro. Tutto questo è possibile creando delle aree forestali di infiltrazione nelle zone di alta pianura da quella veronese a quella del Piave: infatti, durante i periodi di piogge intense le aree forestali di infiltrazione riuscirebbero a raccogliere e conservare l'acqua che poi verrà piano piano assorbita e convogliata in falda”.

Lo riferisce la Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) che spiega: “Ma dove reperire questi ettari? È semplice: si tratta infatti di proporre un’opportunità economica agli agricoltori, utilizzando il terreno che gli stessi mettono a disposizione; con un investimento totale di 1.5 milioni di euro per 50 ettari, IPA Alto Vicentino calcola di ricaricare in falda minimo 30 milioni/mc di acqua all'anno, creando un nuovo mercato per gli agricoltori che decidono di mettere a servizio i propri terreni. In questo senso, è da evidenziare quanto un solo bacino del c.d. Piano Marshall veneto contro la siccità, con un potenziale di accumulo di 6 milioni di metri cubi d’acqua, costi 7 milioni di euro. L’alternativa, in termini di costi/benefici, esiste ed è utilizzare il più grande bacino naturale che abbiamo, ossia la falda, in combinato con i soli bacini artificiali più essenziali: è la strada per rendere efficaci ma anche efficienti gli investimenti futuri”.

(foto pagina fb Veneto Agricoltura)