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VITICOLTURA: nel 2022 costi di produzione dell’uva per ettaro aumentati del 66%

Per le aziende diretto-coltivatrici rispetto al 2020. Lo rivela un convegno della CIA Agricoltori Italiani

VITICOLTURA: nel 2022 costi di produzione dell’uva per ettaro aumentati del 66%

Affrontare il cambiamento climatico e le avversità atmosferiche, sempre più impattanti e dannose per l’agricoltura e le produzioni d’eccellenza, diventa fondamentale per la tutela del reddito dell’agricoltore e la sostenibilità economica del settore.

Un convegno tecnico, organizzato da CIA Agricoltori Italiani in collaborazione con Generali Italia SPA, AGRIC e il Comune di Valdobbiadene, ha affrontato le tematiche della difesa passiva e la corretta gestione del rischio, attraverso le polizze assicurative e i fondi mutualistici, come strumenti nei quali l’azienda agricola può trovare sostegno per poter assorbire eventuali danni a fronte di costi di produzione notevolmente aumentati.

Nel 2022 i costi di produzione dell’uva per ettaro, in pianura, sono aumentati del 66% per aziende diretto-coltivatrici rispetto al 2020 (+34% per aziende con dipendenti) e del 58% in aree collinari accessibili da mezzi (dati Condifesa TVB). Il mais irriguo ha subito un aumento del 48% dei costi di produzione per ettaro nelle aziende diretto-coltivatrici e del 40% in aziende con dipendenti. Aumento ancora maggiore invece per il frumento con un +64%, mentre più contenuto l’aumento per la socia che arriva a un +12%, entrambi per aziende diretto-coltivatrici.

“Per un’agricoltura realmente sostenibile, deve essere tutelato e garantito il reddito dell’agricoltore. Abbiamo capito che il cambiamento climatico è una realtà che non può più essere negata. I nostri territori stanno avviando importanti processi di difesa attiva con l’implementazione di strategie di mitigazione, ma non siamo ancora pronti ad affrontare l’intensità degli eventi subiti negli ultimi anni e serve tempo per realizzare infrastrutture e dare modo alla ricerca di elaborare nuovi strumenti – dichiara Salvatore Feletti, presidente CIA Agricoltori Italiani Treviso  -. La difesa passiva, tramite le polizze e i fondi mutualistici, è uno strumento importante che può sostenere l’azienda agricola e permettere di ‘ammorbidire’ il danno causato dai cambiamenti climatici in atto. Il nostro territorio attraverso le associazioni di categoria, come CIA Treviso, Condifesa TVB e compagnie assicurative possiede tutte le competenze necessarie per poter dare le consulenze e il sostegno alle aziende”.

“L’incremento delle temperature cambierà i cicli vegetativi delle colture, sarà importante capire come gestire il rischio. Il 2021 è stato un anno catastrofico dal punto di vista delle gelate con danni per 40 milioni di euro per le aziende assicurate Generali, su tutto il territorio italiano. Mentre nel 2022 abbiamo subito una forte siccità, con gran parte del territorio nazionale che il 31 luglio era in condizioni molti gravi – spiega Fabrizio Gobbo, Area Manager Nord Est Imprese Agricole-Generali Italia Spa –. Basta un’ora per fare danni molto importanti alle colture e mettere a serio rischio la sostenibilità economica dell’azienda, con ancora molte aziende che non sono assicurate contro gli eventi catastrofali”.

L’evoluzione nella capacità di leggere e utilizzare i dati climatici attraverso la gestione dei metadati e le rilevazioni da satellite e radar, successivamente elaborati da algoritmi in modelli e scenari climatici, sono gli strumenti fondamentali a supporto delle aziende agricole.

“Abbiamo un disallineamento degli orizzonti economici da quelli climatici, sviluppati dalla comunità scientifica, e carenza dati rappresentativi. Satelliti e radar, insieme alle stazioni metereologiche dislocate nel territorio, concorrono a monitorare il clima – spiega Gianluca Ferrari, Co-founder & Chief Data Analysis Officer - Hypermeteo srl –. Quello che facciamo noi è raccogliere l’insieme osservativo ed estrapolarne un dato significativo in quanto il dato meteorologico, per esser utile all’osservatore, deve essere normato, ufficiale e certificato. I dati si devono parlare attraverso delle regole precise per essere confrontabili. I dati raccolti vengono poi riportati in griglia, di circa un chilometro per lato, che copre il territorio e ogni punto fornirà dei dati climatici, anche se non è presente una stazione fisica”.

L’obiettivo oltre all’integrazione a strumenti digitali a supporto delle scelte dell’agricoltore, quali app e software, è quella di definire degli indicatori di rischio, ovvero definire quanto un punto è soggetto a rischi specifici connessi alle avversità atmosferiche. Questi indicatori, in mano alle compagnie assicurative, permetteranno di predisporre polizze più precise e al tempo consentiranno all’agricoltore di fare una difesa attiva attraverso scelte colturali.

L’ambito di applicazione futuro sarà quello basato sulla definizione degli scenari climatici attraverso tecniche di downscaling e di bias-correction ai dataset climatici a bassa risoluzione IPCC. L’obiettivo sarà quello di fornire scenari di resa, anche a trent’anni, per supportare ancora di più la selezione colturale in base all’andamento futuro del clima.

Il nuovo Piano di politica Comunitaria Reg. UE 2115/2021, iniziato nel 2023 e che termina nel 2027, ha lo scopo di promuovere gli strumenti di gestione del rischio, per gli agricoltori in attività, a gestire i rischi di produzione e di reddito connessi alla loro attività agricola che esulano dal loro controllo. Gli Stati membri possono concedere, in linea con la valutazione delle esigenze, un sostegno per diversi tipi di strumenti di gestione del rischio, compresi gli strumenti di stabilizzazione del reddito e in particolare contributi finanziari per i premi dei regimi assicurativi e contributi finanziari per i fondi di mutualizzazione, ivi compreso per le spese amministrative di costituzione. In Italia con la Legge n. 234 del 30.12.2021 è stato istituito il Fondo Mutualistico Nazionale (FNM) - AGRICAT per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici gestito da ISMEA.

“Il fondo mutualistico non è paragonabile alla copertura della polizza assicurativa ma può essere uno strumento integrativo. La co-contribuzione statale nei fondi mutualistici, pari al 70%, di ha consentito di affiancare ai fondi tradizionali, che prevedono il solo contributo dell’agricoltore, dei piani agevolati come ad esempio dei pacchetti  a copertura dei danni dalle fitopatie. Basti pensare che nel 2022 in Veneto le colture hanno subito danni per oltre 2 milioni di euro tra Flavescenza Dorata e Mal dell’esca – spiega Filippo Codato, direttore Condifesa TVB –. Oltre 41 milioni di euro di danni alle produzioni agricole sono stati risarciti da Condifesa TVB nel 2022 a fronte di un capitale assicurato di 531 milioni di euro, +25,5% rispetto al 2021”.

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