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Vocazioni: nuovi percorsi

La Pastorale deve rispondere alle sfide dell'oggi

Vocazioni: nuovi percorsi

Quando mi capita di incontrarmi con persone impegnate nella pastorale e particolarmente sensibili all’aspetto vocazionale, oppure di incontrare qualcuno che mi chiede come va in Seminario o più in generale com’è “lavorare” oggi con i giovani, è frequente il rischio di cadere nelle solite lamentele, come pure in sterili letture sociologiche: commenti leciti, ma anche poco cristiani! Mi sto accorgendo, infatti, come giovane prete e da educatore in Seminario, che non c’è niente di più originale, affascinante e delicato del singolo percorso di ogni giovane. Se vogliamo parlare di vocazioni, non dovremmo farlo al plurale, in forma generica, ma al singolare: la vocazione, difatti, è personale; è nelle pieghe dell’esistenza di ogni singolo giovane - a volte lineare, in altri casi turbolenta - che passa la Grazia del Signore e si fa chiara la missione, appunto la vocazione di ciascuno.

Vocazione va a braccetto con la vita
Questo non significa che pastorale giovanile e vocazionale siano due ambiti facili e floridi della vita della nostra diocesi. Tuttavia mi pare che le fatiche e l’apparente aridità non giustifichino le nostre letture semplicemente “umane”. Vocazione, infatti, va a braccetto con vita! E come oggi la vita di un giovane è di continuo esposta a stimoli, provocazioni, sogni, tentazioni, slanci e cadute… così pure il discernimento della propria vocazione risente degli stessi influssi. Ecco perché non è facile, non è giusto, ridurre solo ad una lettura di numeri il panorama giovanile di una comunità cristiana.
Per esempio: i primi passi o le scelte definitive che alcuni giovani originari dalla nostra diocesi hanno fatto in questi ultimi mesi e che sono riportati in questa pagina, come pure il cammino dei sedici giovani del nostro Seminario, oppure quello degli undici ragazzi che hanno iniziato l’esperienza de “Il Germoglio”, ci inducono a tentare qualche riflessione che non si accontenti dei dati di fatto, che vada oltre il visibile, che ci spinga a riconoscere come e dove opera oggi l’invisibile Grazia di Dio.
Innanzitutto c’è da dire che il Signore continua a chiamare ragazzi e giovani e consacrare la propria vita a Lui e ai fratelli.

Vocazione sinonimo di relazione
Non è affatto vero che Egli “ha chiuso i rubinetti”, come qualcuno ironicamente commenta. Forse a lungo si è pensato all’accompagnamento vocazionale come ad una specie di colloquio di lavoro, dove bisognava dimostrare o registrare se uno aveva o meno le capacità per un dato servizio: vocazione, invece, è sinonimo di relazione. Infatti è solo nell’incontro con il Cristo vivo, nella relazione autentica con la sua persona, che uno scopre la propria identità e la propria missione. Se all’apparenza “mancano vocazioni”, la colpa non è né del Signore né di chi dovrebbe farsi strumento della sua chiamata: semplicemente dobbiamo ammettere che siamo più poveri di fede.

Vocazione storia d’amore
Di conseguenza, accade che quando qualche giovane compie una scelta, vuol dire che ha camminato nella fede. Ed il cammino potrebbe essere stato anche travagliato e faticoso. Da qui, un secondo aspetto da prendere in considerazione: i percorsi di accompagnamento vocazionale non sono più chiari e lineari, come potevano apparire fino a qualche anno fa. Vocazione, infatti, è storia d’amore; perciò come tra due innamorati non si può dare nulla per scontato e pianificato, così pure quando si tratta di corrispondere all’amore del Signore non è possibile programmare da subito e per sempre la propria vocazione-missione. È una storia che dura tutta la vita.

Vocazione risposta comunitaria
In questo modo, emerge chiaramente un’ultima riflessione sulla varietà di forme che - forse più di un tempo - può assumere la risposta al Signore che chiama: in effetti non può essere una risposta preconfezionata, perché la chiamata viene da una Dio “che è fuori dagli schemi”. Per questo ci vogliono pazienza, tempo, energie, disponibilità e preparazione nell’accompagnare un giovane a comprendere qual è la sua forma personale di risposta all’amore del Signore. Non è tutto da inventare: la nostra diocesi già offre dei percorsi che vanno in questa direzione; tra tutti pensiamo al “4x4” per ragazzi e ragazze dalla 3ª alla 5ª superiore, oppure al “Venite in disparte” per giovani dai 20 ai 30 anni. Questi percorsi ci ricordano che, pur essendo individuale, la vocazione rimane sempre un appello e una risposta comunitaria: un appello perché è compito di una comunità cristiana aiutare ciascuno dei suoi figli a realizzare la propria vita secondo la volontà del Padre; una risposta perché non è mai per se stessi, ma sempre per la gloria di Dio e per il bene dei fratelli.
L’annuale Giornata di preghiera per le vocazioni risvegli in noi la fiducia nei giovani di oggi e nella loro capacità di rispondere, con originalità e passione, agli appelli della Parola di Dio, ma soprattutto rinnovi in noi la fede nel Signore Gesù, colui che “è vivo e ci vuole vivi” (cfr. Christus vivit, 1).
Don Paolo Astolfo
delegato vescovile per la pastorale vocazionale

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