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Caburlotto, gigante della carità e ora beato - Gallery

“Eminente educatore dei giovani, apostolo infaticabile della carità evangelica e maestro fedele della dottrina cristiana”. Così papa Francesco descrive il neo-beato don Luigi Caburlotto

Caburlotto, gigante della carità e ora beato - Gallery

“Eminente educatore dei giovani, apostolo infaticabile della carità evangelica e maestro fedele della dottrina cristiana”. Così papa Francesco descrive il neo-beato don Luigi Caburlotto (1817-1897), fondatore della congregazione femminile delle Figlie di San Giuseppe, la cui cerimonia di beatificazione si è svolta sabato 16 maggio a Venezia. È stato un evento di grande spiritualità che ha avuto come palcoscenico piazza San Marco splendente grazie a una bellissima giornata di sole. All’incirca quattromilatrecento le persone che hanno voluto prendere parte a questo evento di Chiesa. Tra loro: due cardinali (Angelo Amato, prefetto della Congregazione dei santi, che ha presieduto la celebrazione in qualità di delegato del Papa, e Odilo Pedro Scherer vescovo di S. Paolo del Brasile), diversi vescovi (tra i quali Pizziolo, Marcuzzo, Antoniazzi, Magarotto), più di 150 sacerdoti e religiosi concelebranti, molte Figlie di S. Giuseppe di Italia, Brasile, Filippine, Kenya, la signora Maria Grazia Veltraino miracolata dal Caburlotto, una corale di oltre trecento voci adulte provenienti da sette cori e circa centoquaranta (tra cui Vittorio e Lentiai) bambini delle scuole delle Giuseppine di Venezia e Mestre, sindaci e autorità (l’assessore Antonella Uliana per il Comune di Vittorio, i sindaci di Revine Michela Coan e di Oderzo Pietro Dalla Libera), circa 80 familiari del neo-beato (nipoti dalla 4ª generazione in avanti), allievi, genitori, docenti, collaboratori, ex-allievi e amici delle scuole in cui operano le Figlie di San Giuseppe.Nell’omelia il cardinale Amato ha tracciato un profilo biografico del sacerdote veneziano. Il nuovo beato, ha sottolineato il cardinale, non si fece mai scoraggiare dalla “povertà di mezzi economici” e, sostenuto dalla “divina Provvidenza”, fondò e guidò numerose “opere educative a favore dei più bisognosi”.Un giorno un economo gli suggerì di ridurre il vitto alle sue alunne ma il sacerdote rispose: “Non sarà mai che le mie orfanelle abbiano a patire: aumentate se volete il loro numero e diminuite le rette, io cercherò altrove aiuti per continuare la mia opera”.Vivendo la carità come espressione dell’amore di Dio che “si traduceva in carità verso il prossimo”, Caburlotto arrivò a donare le proprie scarpe a un muratore povero, perché costui potesse recarsi in chiesa per il precetto pasquale.A conclusione della celebrazione eucaristica, è intervenuto il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, che ha definito Caburlotto un esempio concreto di pastore “con l’odore delle pecore”, secondo l’archetipo suggerito da papa Francesco.Emblema di “carità pastorale”, il nuovo beato è anche “attualissimo come educatore”. Secondo Caburlotto, gli “educatori devono vedere tutto, correggere poco, castigare pochissimo” ma soprattutto “ devono propriamente vestirsi di Gesù Cristo e pensare che si addossano non solo la cura del corpo, bensì quella dell’anima, cosa assai delicata…”.

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