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Pellegrinaggio diocesano. A Massabilelle la sofferenza dà un senso alla nuova vita

Stasera il passaggio della Porta Santa e l’apertura ufficiale del Pellegrinaggio. Ogni giorno su lazione.it news e video dal pellegrinaggio diocesano a Lourdes, organizzato dall'Unitalsi.

Pellegrinaggio diocesano. A Massabilelle la sofferenza dà un senso alla nuova vita

Si parte dall’inizio della vita. Della vita di Fede. A Lourdes la prima celebrazione del primo giorno di permanenza in Francia per i pellegrini di Vittorio Veneto è dedicata alla riscoperta del proprio Battesimo. Posto migliore non può esserci per questo della chiesa parrocchiale dove c’è il battistero in cui venne battezzata Santa Bernadette.

Da qui si entra poi nei luoghi delle apparizioni dove stasera, lunedì 27 aprile, ci sarà il passaggio alla Porta Santa e l’apertura ufficiale del pellegrinaggio con le diocesi sorelle di Padova, Rovigo, Adria, Bolzano.

Intanto tra i malati, i volontari e i pellegrini c’è chi fa l’esperienza per la prima volta e chi la ripete da tanto tempo. I protagonisti sono gli ammalati. Sono loro che insegnano come la sofferenza scavi dentro alla persona e la trasformi. La sofferenza cambia la vita e le dà un nome e un senso nuovo. Se vissuta nella fede.

Come ci racconta questa testimonianza arrivataci da Lourdes.

LA VITA… UN PROGETTO DA CONDIVIDERE… CON GIOIA, PER GLI ALTRI: FEDE VISSUTA

A volte penso di essere su un altro pianeta, mi sento un extraterrestre, eppure le persone intorno sono sempre le stesse. Cos’è cambiato? Cos’è in me che mi fa sentire un po’ più diverso da prima?

Ultimamente me lo chiedo spesso, ma non è un fatto negativo, quello che mi impressiona più di tutto è proprio che ritengo tutto questo molto positivo.
Dopo il primo periodo di rodaggio con la malattia, l’umore ha sempre avuto alti e bassi e penso che sia normale o meglio … umano, ma nello stesso tempo in me si è formata una forza incredibile che a volte mi sembra per fino esagerata.

Questa si sprigiona quando sento il bisogno di fare qualcosa per aiutare qualcuno che in questo momento è più in difficoltà di me. Ne ho bisogno, non so veramente se lo faccio perché essendo anch’io un prossimo malato bisognoso, mi sento più coinvolto ... 

Questo mi ha insegnato ad essere generoso e a capire l’importanza del valore della solidarietà e del volontariato.

Ora il mio tiro si sposta più verso gli anziani e i malati, penso che tra le cose più belle e significative che ti possano accadere è riuscire ad amare il prossimo. Il mio stato d’animo quando incontro la sofferenza o la solitudine, diventa subito propositivo e si riempie di gioia quando riesce strappare un sorriso o una carezza.

La soddisfazione che ti rende il sorriso di un malato è impagabile, ma forse anch’io ho capito tutto questo dopo essere passato dalla loro parte.

La croce che dobbiamo portare è assai pesante, ma non deve spegnere il nostro sorriso, ci sarà sempre qualcuno che ci tenderà la mano e ci strapperà una carezza.

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Siamo in tanti a portare la stessa croce e se la condividiamo peserà di meno; ho smesso di chiedermi il perché di tante cose che non mi piacciono e che mi cadono addosso; succede e basta; l'essenziale è comprendere che se ci capita questo c'è un disegno/progetto da qualche parte che aspetta noi; nell'immediato non lo vediamo perché l'angolo della prospettiva è molto stretto quando ci entriamo, però a mano a mano che avanziamo scopriamo che si allarga sempre di più e che c'è tanta luce e così ci accorgiamo che non siamo soli. A noi spetta il ruolo di tendere "un remo" o la mano per aggrapparsi a coloro che hanno bisogno del nostro sostegno. Questo è molto premiante e ci rende speciali

Non occorre misurarsi sulla sofferenza che ognuno di noi si porta appresso, con il suo peso e con le sue patologie; anche per l'avanzare degli anni ci tocca di tutto e quindi ogni giorno soffriamo.

Se non avessi la fede che mi sostiene non so a quest'ora dove sarei. Sono tornato a Lourdes, quest’anno è la quinta volta, in quel luogo ho avuto la risposta a ciò che cercavo; il miracolo non è quello della guarigione, ma quello della fede che si è manifestata davanti agli occhi nelle file interminabili di carrozzine in processione. Ho preso coscienza che il mondo è fatto in maggioranza di gente che soffre e che chiede solo la fede per sopportare; tutti chiediamo questo, LA FEDE PER SOPPORTARE E ACCETTARE LA VITA fino alla fine che verrà quando deciso.

L'inferno è quello che ci creiamo noi con il nostro pensiero negativo e autocommiserandoci  per la sfortuna che ci è capitata.

Io aspetto la notte per spogliarmi dei miei dubbi e delle mie certezze delle mie vittorie e delle mie sconfitte perché se la luce ci rende tutti diversi e speciali la notte ci ricorda che siamo tutti uguali, e resto nudo di fronte alla vita così non potrà giudicarmi per quello che sono stato oggi, ma saprà accogliermi per quello che sarò, domani, una persona che non avrà mai paura di ricominciare.

E ho imparato che stando vicino a coloro che soffrono più di me c'è la pace ed è una grande totale pace.

 

Enzo Della Libera.

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