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Un nuovo sinodo sui giovani

L'editoriale del direttore de L'Azione don Alessio Magoga.

Un nuovo sinodo sui giovani

In un incontro pastorale, cui partecipavano i consigli pastorali di alcune parrocchie, uno dei giovani presenti ebbe a dire, in tono piuttosto deciso: “Quando vado a messa, devo tornare a casa con qualcosa!”. Si riferiva in particolare all’omelia, ma non solo... La sua affermazione piuttosto perentoria ha dato una scossa al tranquillo pomeriggio di lavoro a gruppi... e si è subito colto come diventi stimolante la presenza dei giovani nei nostri circoli un po’ chiusi, un po’ troppo “ecclesialesi” e piuttosto in su con l’età. Nelle nostre comunità, i giovani certo ci sono. Ma sono un piccolo numero rispetto a quanti potrebbero essere. Spesso ci guardano da lontano, senza lasciarsi coinvolgere troppo dalle “nostre” proposte. È un dato sotto gli occhi di tutti – e da decenni lamentato – l’abbandono della frequenza dopo il sacramento della cresima. Sono troppo pochi quelli che restano e si coinvolgono. Lo sappiamo. E la faccenda non riguarda solo la nostra diocesi bensì tutta la Chiesa europea. I giovani mancano. Dovremmo dire: “ci” mancano. Non è solo un problema “loro” starsene fuori dalla Chiesa, perché si privano della possibilità di confrontarsi con il Vangelo. È un problema anche per la Chiesa, che si trova lei pure privata delle energie nuove che le possono permettere di crescere, evolvere, affrontare le sfide del presente e del futuro. La questione dunque è molto seria. Così seria che il tema del sinodo dei vescovi che si terrà nell’ottobre del 2018 sarà “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

Tema e data sono stati stabiliti, come sempre un po’ a sorpresa, da papa Francesco dopo aver consultato vescovi e superiori dei religiosi. Un sinodo sui giovani, quindi, che prevede un percorso di due anni di preparazione. E ci si può immaginare che farà tesoro dell’esperienza del sinodo sulla famiglia (quello dell’Amoris Laetitia) che ha coinvolto dal basso le diocesi. Senza dubbio è da salutare con grande gioia questo nuovo evento della Chiesa universale, che porta con decisione la sua attenzione sui giovani. Le indagini sociologiche di questo tempo ci rimandano un’immagine complessa – ma non priva di sorprese lusinghiere – del mondo giovanile. Ad esempio: non è vero che abbiano dimenticato Dio, piuttosto vivono il rapporto con Lui “a modo loro”, al di fuori degli ambiti e dei modi per noi più consueti; non è vero che siano “bamboccioni”, perché manifestano delle insospettate capacità di adattamento e di flessibilità per trovare lavoro; non è vero che siano refrattari a “uscire di casa”: lo indica la crescente mobilità, che porta numerosi giovani “talentuosi” all’estero per cercare chi li sappia apprezzare adeguatamente… E poi li avete mai visti i giovani che si coinvolgono come animatori di un grest o anche semplicemente come camerieri in una sagra paesana? Avete visto la loro energia e il loro entusiasmo? A questi giovani la Chiesa vuole rivolgersi. Sarà opportuno che il sinodo non sia un discorso “sui” giovani ma “coi” giovani. Come ha twittato un vescovo australiano: “Visto il tema del sinodo, speriamo che ci siano tanti giovani ‘dentro’ e ‘attorno’ al sinodo: non solo là fuori, ma anche lì dentro!”. Se smetteremo di temere il cambiamento come una minaccia all’ordine costituito, forse i giovani si sentiranno più liberi di esprimersi e più disponibili a portare anche nella Chiesa il proprio contributo. Si tratterà di lasciare loro spazio, dando fiducia alle loro idee, a volte perentorie e un po’ scomode ma capaci di ridestare l’attenzione dei “dormienti” e di far intravedere nuovi e più coraggiosi cammini.

Alessio Magoga

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