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BIBANO: a soli 54 anni è mancata Stefania Miuzzo

Per tanti anni, anima e punto di riferimento della comunità di Bibano

BIBANO: a soli 54 anni è mancata Stefania Miuzzo

Per molti anni punto di riferimento di tante attività della comunità di Bibano – tra cui il Grest – Stefania Miuzzo, dopo un tempo di lotta con la malattia, è mancata nella notte tra il 25 e il 26 ottobre. Solo qualche mese fa, come settimanale, le avevamo chiesto una riflessione sul tragico fatto occorso sul lago di Revine, a fine luglio, e che ora pubblichiamo nuovamente (qui di seguito). Stefania scriveva di quattro abbracci che avrebbe voluto dare a tutte le persone in vario modo – direttamente o indirettamente – coinvolte. Il quinto abbraccio è quello che rivolgiamo simbolicamente a lei, in segno di gratitudine per la passione e l’impegno profusi per la comunità di Bibano e per la vicinanza da sempre espressa nei confronti de L'Azione. Il funerale si terrà venerdì 28 ottobre, alle 15, nella chiesa di Bibano, mentre giovedì 27, alle 20, la veglia, sempre nella parrocchiale di Bibano.

Da più di trent’anni, puntualmente, ogni estate, inseguo e, insieme al mio gruppo parrocchiale, realizzo ciò che vorremmo fosse il sogno di ogni bambino: il grest! La priorità iniziale è da sempre la formazione degli animatori, sia adulti che giovani. Spesso, osservando dall’esterno, non ci si rende conto della macchina organizzativa che si mette in moto già durante l’anno.

Dobbiamo, innanzi tutto, far maturare i ragazzi, anche nella loro capacità di mettersi in gioco. In questi anni si è cercato di creare una rete a livello di unità pastorale e, quando è stato possibile, anche a livello foraniale, per favorire scambi di proposte e opportunità di conoscenza reciproca tra gli animatori. In prossimità dell’inizio del grest, poi, ci si attiva per la fase più concreta, quella della preparazione delle attività, delle attenzioni a perlustrare tutti i posti nuovi che si andranno a visitare... E, guarda un po’, tra i volontari adulti abbiamo anche una mamma infermiera ed ecco organizzato un minicorso di primo soccorso. E poi c’è anche un animatore che proviene dallo stesso Paese di quei bambini stranieri: lo mettiamo al nostro fianco, per spiegare le regole principali delle nostre attività. Ci si accorge anche che basta una manciata di sassolini, tirati improvvisamente da qualche monello, per creare scompiglio e qualche piccolo infortunio.

Quanta buona volontà ci mettono tutti! Pretendiamo il massimo e lo donano. Ecco a chi offrirei una delle mie “quattro braccia”, se ne fossi provvista! Il primo braccio: agli animatori; a quelle mamme che non hanno tempo di andare a fare la spesa perché c’è da fare per il grest; a chi si è ritagliato qualche giorno di ferie e lo passa lì tra i ragazzi; a quei giovani che non sono nati animatori, ma hanno tutto il desiderio di dare il meglio di quel buono che hanno imparato e che li ha portati qui... E tutto ciò va difeso con mille attenzioni, nonostante le mancanze che purtroppo spesso ci sono.

Pesa questo braccio: porta con sé tutto il lavoro minuzioso, attento e sempre protettivo, dove il divertimento deve essere mescolato al rispetto e allo stare insieme in modo autentico. Ma pesa molto di più il secondo braccio, che porta il peso della tragedia di quel momento in cui non resta più nulla da fare e allora tutti si fermano: cala il sipario e scompare ogni entusiasmo, insieme al desiderio di pensare a un altro grest. Tutto scende come una montagna franata. Solo il tempo riuscirà a farci ragionare, a mente fredda, e soltanto la preghiera aiuterà chi rimane nel dolore.

A chi crede in questi progetti - come è il grest - così complessi nella loro attuazione, ma anche così meravigliosamente coinvolgenti quando si concludono, vorrei donare il mio terzo braccio: ai religiosi, alle religiose, ai laici, che spendono energie e fatiche per responsabilizzare il gruppo di lavoro; che passano molte notti in bianco e che - come mi è capitato - si accorgono solo a grest terminato che nel mondo sono accaduti fatti di cui non c’era il tempo di accorgersi... ma nonostante tutto ne è valsa la pena!

Il quarto braccio non porterà alcun peso, ma racchiude un grande abbraccio, perché in questo momento tutti ne abbiamo bisogno. Ne ha bisogno chi è stato colpito dall’immensa tragedia; chi vive da vicino queste esperienze di volontariato; chi ci crede davvero, perché innanzitutto si mette a disposizione con il cuore, che non è sempre sufficiente, ma è fondamentale che ci sia e lo si deve ricordare.

Stefania Miuzzo

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