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PIANZANO: Grande partecipazione a Baver per san Biagio

Una lunga tradizione di fede che valica i secoli

PIANZANO: Grande partecipazione a Baver per san Biagio

Come attestato da alcuni studi (e in particolare “Baver. Ricerche e testimonianze” di don Gino Buttazzi), il borgo Baver, a Pianzano di Godega, probabilmente deve il suo nome a “Bavarius”, cioè “Bavari”, forse una popolazione germanica anticamente stanziatasi nel luogo. La bella chiesetta del borgo, che attualmente appartiene alla famiglia Dal Cin sul cui terreno essa insiste, è intitolata a San Biagio e fu costruita, almeno nella forma attuale, verso il 1400. Gli affreschi del coro e dell’abside sono affascinanti e, tra gli altri soggetti di carattere sacro rappresentati, vi è il martirio e la glorificazione di San Biagio, patrono del mal di gola ed invocato anche contro la difterite, la parotite ed altri mali fisici. Secondo la tradizione, San Biagio fu vescovo di Sebaste, nell’antica Armenia, e venne martirizzato nel IV secolo. Gli furono attribuiti vari miracoli, tra i quali quello di aver salvato un bimbo che aveva ingoiato una lisca di pesce, conficcatasi poi in gola: per questo è diventato il “protettore dal mal di gola”.
Chi abitava ai margini delle paludi – come dovevano essere un tempo le zone attigue al borgo (basti pensare al diffuso toponimo “Palù”) - era colpito facilmente da malattie alle vie respiratorie e trovava nell’affidarsi al santo una possibile via di guarigione. Anche per questo motivo san Biagio è il santo delle zone paludose ed umide e il 3 febbraio, sicuramente fin dal ‘500, a Baver venivano a venerarlo e a far benedire il pane e altri cibi dai paesi limitrofi (Orsago, Bibano, San Fior, Zoppè...).
Questa tradizione, sorretta dalla fede di molti che vi giungono anche da lontano e dall’intraprendenza dell’associazione culturale “Borgo Baver”, continua anche oggi. Ogni anno, infatti, il 3 febbraio, giorno di San Biagio, a Baver si celebrano due messe (una al mattino ed una il pomeriggio) con una grande partecipazione di fedeli: la maggior parte non trova posto all’interno della chiesetta. Alla fine della messa, come in antico, il sacerdote benedice i pani e i dolciumi che la gente porta con sé. Subito dopo benedice i presenti, ponendo sulla gola di quanti si avvicinano in processione due candele spente e incrociate, mentre pronuncia la preghiera prescritta dalla liturgia: “Per l'intercessione di san Biagio, vescovo e martire, il Signore ti liberi dal mal di gola e da ogni altro male”.
Si tratta di un momento intenso e commovente nel quale trova espressione la fede semplice e vera di tanti uomini e donne che, come tanti personaggi dei vangeli, chiedono al Signore aiuto per sé e per i propri cari, spinti alla preghiera a volte da sofferenze ben più dolorose di un semplice mal di gola.

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