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SAN VENDEMIANO: un bagolaro da Hiroshima

Simbolo di pace, arrivato su iniziativa di Eugenia Damian

SAN VENDEMIANO: un bagolaro da Hiroshima

A San Vendemiano c’è un simbolo di pace, rinnovamento e vita. La città ha ricevuto da custodire un Celtis sinensis variante japonica, comunemente detto bagolaro, originario del Giappone. L’Hibaku jumoku, il nome della piantina, che in giapponese vuol dire “alberi che hanno subito un’esplosione atomica”, è erede dei 17 esemplari sopravvissuti al bombardamento atomico di Hiroshima del 6 agosto 1945, e oggi simbolo di rinascita per il Giappone. Il bagolaro, affidato al Comune di San Vendemiano dalla Green Legacy Hiroshima per il tramite dell’associazione “Mondo senza Guerre e senza Violenza-Biodiversità Non violenta” di Brescia, è stato piantumato nell’area verde di vicolo Pasubio, e rappresenta simbolicamente l’importanza della cura e della salvaguardia della terra, della natura e della campagna. Una targa ricorderà la fratellanza tra gli alberi sopravvissuti in un raggio di un chilometro e mezzo dall’epicentro dell’atomica e San Vendemiano.

L’idea è venuta a Eugenia Damian, studentessa della scuola media Cima di Conegliano. «Ho letto degli hibaku jumoku facendo le mie ricerche per la tesina dell’ esame di terza media dedicata alla bomba di Hiroshima - racconta Eugenia -. Ho voluto approfondire questo tema per sapere che cosa è accaduto durante la seconda guerra mondiale, comprendere le cause e le conseguenze delle azioni dell’uomo e capire come si possa evitare di compiere gli stessi errori in futuro e, quindi, prevenirli. La ricerca che ho condotto mi ha permesso di capire come sono andate realmente le cose e quanta sofferenza il genere umano ha dovuto patire per un male che si è inferto con le sue proprie mani. Quello che mi ha stupito di più è stato scoprire che nell’area dove vi fu l’esplosione della bomba e dove si pensava che non potesse sopravvivere nulla, degli alberi ricominciarono dopo pochi mesi a germogliare. La vita è più forte di qualsiasi azione malvagia dell’uomo». Eugenia si è impegnata a vigilare sulla crescita dell’albero e a segnalare eventuali problemi. «Penso sia molto importante per noi ragazzi sviluppare la consapevolezza di essere parte integrante della conservazione della natura, del rispetto dell’ambiente e della costruzione di rapporti umani rispettosi - conclude la giovane -. Gli hibaku jumoku sono dunque alberi che rappresentano la forza della vita, e venuta a conoscenza della Legacy di Hiroshima ho subito desiderato che uno di questi alberi potesse crescere nella mia città».

Elisa Giraud

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