Editoriale
stampa

A PROPOSITO DI MORTI PER COVID

L'editoriale del direttore, don Alessio Magoga

A PROPOSITO DI MORTI PER COVID

"Solo il 2,9% dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 sarebbe dovuto al Covid 19". Un quotidiano nazionale ha sintetizzato così i dati forniti dall'Istituto superiore di sanità (Iss) in un rapporto reso pubblico lo scorso 19 ottobre. La conclusione che tale quotidiano ha tratto (e che ha fatto il giro dei social, e non solo) è che dei "130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto solo 3.783 sarebbero dovuti alla potenza del virus in sé". Sì, "soltanto" 3.783 morti sarebbero riconducibili al covid. Ovviamente il dato è stato subito sbandierato da quanti negano la pandemia o ritengono non necessarie, se non addirittura dannose, le misure messe in atto dal governo (dovremmo dire "dai" governi) per arginare il covid, che da un anno e mezzo sta condizionando pesantemente le nostre esistenze. 

In realtà, le cose non sono come sembrano. Il dato reso noto dall'Istituto superiore di sanità, che si basa sull'analisi di un campione ben determinato di cartelle cliniche e non su tutti i casi registrati dall'inizio pandemia, ha evidenziato una cosa che si sapeva già da tempo: solo una percentuale molto bassa di persone è morta perché affetta esclusivamente dal covid, tutte le altre sono morte in conseguenza degli effetti del covid associato ad altre malattie. Detto altrimenti, il 2,9 per cento dei decessi per covid riguarda persone assolutamente sane, che non avevano alcun tipo di patologia, mentre il restante 97,1 per cento di morti concerne persone che erano affette da covid ed almeno un'altra patologia. Il dato, che ha fatto scalpore per come è stato “manipolato”, non dice nulla di nuovo: era ben noto che il covid avesse colpito in modo particolare la fascia di popolazione più anziana, che è anche quella interessata da un maggior numero di patologie. 

I dati resi noti dall'Istituto invitano ad alcune considerazioni. La prima chiede di riflettere su quel 2,9 per cento. Come dato percentuale appare quasi insignificante, ma in realtà si tratta di 3.783 morti - ripeto - di persone assolutamente sane, stroncate dal virus. Questa cifra sarebbe davvero un dato così “trascurabile”, tale da giustificare l'abbandono di qualsiasi forma di contenimento del covid?

La seconda considerazione riguarda il restante 97,1 per cento. Si tratta di un numero enorme di persone (circa 130 mila), per le quali il covid ha rappresentato un vero e proprio "colpo di grazia" che ne ha accorciato l'esistenza. Il dato, in qualunque modo lo si voglia interpretare, è certamente drammatico. A meno che non vogliamo ritenere che la vita di un malato (più o meno grave) o di un anziano sia meno degna e valga meno di quella di un giovane o di una persona sana...

Confrontando poi i dati del report dell'Istituto di sanità con quelli dell'Istat sulla mortalità in Italia, si scopre che nel 2020 nel nostro Paese la mortalità è stata superiore rispetto a quella della media degli anni 2015-2019 di circa 100 mila unità: guarda caso, una grandezza comparabile con quella indicata dall'Istituto di sanità. Pertanto, è davvero difficile non vedere una connessione tra le morti riconducibili (direttamente o indirettamente) al covid e l'aumento della mortalità complessiva del nostro Paese.

“La realtà è superiore all’idea” ha detto papa Francesco nella “Evangelii gaudium”. Ci sembra un’intuizione luminosa, utile anche nel tornante storico in cui stiamo vivendo. Se la pluralità di pensiero è il sale della democrazia, è pur vero che le idee devono confrontarsi con il dato di realtà. E non manipolarlo per ottenere qualche “mi piace” o vendere qualche copia in più.

Alessio Magoga

A PROPOSITO DI MORTI PER COVID
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento