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COVID-19: LA CHIESA VA AVANTI CON MAGGIORI PRECAUZIONI

L'editoriale del direttore don Alessio Magoga. 

COVID-19: LA CHIESA VA AVANTI CON MAGGIORI PRECAUZIONI

In questi giorni l’andamento epidemiologico del Coronavirus continua a destare preoccupazione nella società civile e anche nelle nostre comunità parrocchiali. Dopo la pubblicazione del nuovo Decreto del Presidente dei ministri (Dpcm) del 18 ottobre, che al comma 5 dell’articolo 1 prevede «la sospensione di tutte le attività convegnistiche o congressuali, ad eccezione di quelle che si svolgono in modalità a distanza» e «raccomanda fortemente di svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza», in molti chiedono quale sia l’impatto delle nuove misure sullo svolgimento delle attività pastorali delle diocesi, delle parrocchie e delle associazioni... Per dare risposta a questi interrogativi, nella notte del 20 ottobre, tramite il suo segretario, mons. Stefano Russo, la Conferenza episcopale italiana ha diramato la seguente comunicazione: «Per quanto riguarda la vita liturgico-sacramentale – come da precedente comunicazione del 14 ottobre – resta invariato il Protocollo del 7 maggio circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo. Esso rimane altresì integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnicoscientifico, già trasmesse nel corso dell’estate. Anche per la catechesi gli incontri formativi nulla è cambiato: si segua il protocollo che prevede l’uso della mascherina sempre, anche quando si è seduti, e l’adeguatezza degli spazi che consentano il distanziamento fisico come previsto. Occorre, nella valutazione complessiva, tenere in debito conto le normative regionali e locali. 

Le riunioni di organismi di governo sono consentite (ad esempio: Consiglio episcopale, Consiglio presbiterale, cda di enti, Consiglio affari economici, Collegio consultori…) perché a numero chiuso, anche se il Dpcm “raccomanda fortemente” la modalità a distanza (on line). Per gli altri organismi di partecipazione si consiglia massima prudenza, evitando la compresenza fisica e “raccomandando fortemente” la modalità a distanza (on line)». Rivolgendosi ai parroci della diocesi con una lettera elettronica inviata la mattina del 21 ottobre, il vescovo Corrado Pizziolo ha accompagnato la Comunicazione della Cei con delle parole esplicative, portando l’attenzione in modo particolare sull’ultimo passaggio, quello relativo alle riunioni di organismi di partecipazione: «Riguardo agli incontri degli organismi di partecipazione (es. équipe, Consigli pastorali parrocchiali, Consigli parrocchiali per gli affari economici, Consigli dell’unità pastorale...), l’ultima indicazione di mons. Russo va interpretata nel senso di evitare gli incontri in cui ci sia un numero di persone che non garantisce – nel luogo dell’incontro – la distanza di almeno un metro (meglio ancora un metro e mezzo) l’una dall’altra. Mantenendo questa distanza, nonché l’igienizzazione e la mascherina, non ritengo sia proibito. Se poi una persona non si sentisse di partecipare, direi di non insistere. Resta comunque la possibilità consigliata (non l’obbligo, almeno attualmente) di sostituire gli incontri in presenza con quelli a distanza (on line)». Non sappiamo come evolverà la situazione nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Sarà opportuno vigilare, facendo tesoro di quanto appreso durante i mesi di marzo e aprile. Soprattutto sarà necessario – come ha affermato il presidente Sergio Mattarella alla cerimonia di consegna delle onorificenze Omri lo scorso 20 ottobre – affrontare questo momento “con senso di responsabilità e con maggiore fiducia”. Occorrono infatti cure, terapie, organizzazione sanitaria efficace ed efficiente, ma «occorre – ha ribadito Mattarella – anche la responsabilità collettiva; occorrono comportamenti diffusi di tutti nel nostro Paese, perché tutti siamo chiamati a contribuire a sconfiggere la pandemia e la diffusione del contagio del virus. Con le mascherine, con il distanziamento sociale, con i comportamenti responsabili, evitando comportamenti e occasioni di contatto superflue. Abbiamo tutti la responsabilità e siamo tutti chiamati a fornire il nostro contributo per superare questa condizione difficile ».

Alessio Magoga 

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