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DUE BEATI, UN ANNO DI GRAZIA

L'editoriale del vescovo, mons. Corrado Pizziolo

DUE BEATI, UN ANNO DI GRAZIA

Cari fratelli e sorelle, è davvero con grande gioia che ci stiamo preparando alla ormai prossima beatificazione di Albino Luciani, amato Vescovo di questa nostra Chiesa di Vittorio Veneto e poi Patriarca di Venezia e Sommo Pontefice della Chiesa universale con il nome di Giovanni Paolo I. Come ho già avuto più volte occasione di dire, è davvero un grande dono di grazia avere, in uno stesso anno, la beatificazione di due membri della nostra Chiesa diocesana: padre Cosma Spessotto e mons. Albino Luciani, il primo evangelizzatore e martire, il secondo vescovo e papa. Ambedue accomunati da una fede autentica e profonda e, insieme, dal desiderio e dall’impegno di comunicarla e trasmetterla ai fratelli.

Una santità normale. Pensando alla santità di mons. Albino Luciani, possiamo sicuramente dire che si è trattato di una santità molto normale, vissuta nei ritmi e nelle forme di una vita ordinaria. Non troviamo nella sua esistenza fatti particolarmente clamorosi o che abbiano destato stupore e meraviglia, eccezion fatta per la morte improvvisa e inattesa. Per il resto la sua è stata la vita di un cristiano che ha saputo corrispondere con generosità e fedeltà, nella vita di ogni giorno, alla chiamata del Signore, anche quando questa chiamata si è precisata nella strada del sacerdozio e, poi, delle altre responsabilità che, via via, gli sono state affidate, fino a quella del Pontificato. Se vi è una certezza è che mons. Albino Luciani non ha mai cercato né cariche né promozioni. E tuttavia quando le responsabilità sempre più pesanti gli sono state caricate sulle spalle, le ha vissute con grande fiducia e serenità, confidando nella presenza fedele del Signore. Il motto episcopale che egli ha scelto (“Humilitas”) è davvero espressione di una vita spirituale che ha fatto affidamento esclusivamente sulla provvidenza paterna e fedele del Signore.

Un comunicatore immediato. Credo che sia stata proprio questa esperienza semplice e profonda della presenza fedele del Signore nella sua vita che l’ha spinto e, insieme, aiutato ad essere un comunicatore immediato ed efficace della buona notizia del vangelo. La facilità con cui trasmetteva contenuti anche impegnativi e difficili della fede cristiana nasceva certamente dalla sua preparazione teologica, ma più profondamente dalla sua esperienza di fede originata (come era solito dire) sulle ginocchia della mamma e sempre fedelmente mantenuta. Una vicenda spirituale, dunque, quella di mons. Luciani, che costituisce un grande incoraggiamento per ogni battezzato a vivere la propria vita cristiana come “chiamata alla santità”. Il prossimo Beato ci ricorda che questa chiamata non si realizza andando alla ricerca di esperienze o imprese straordinarie, ma accogliendo e vivendo, nel percorso ordinario della vita, l’appello del Signore Gesù: «Venite! Non temete! Se rimanete uniti a me porterete molto frutto!». Tra pochi giorni, cari fratelli e sorelle, potremo non solo guardare e imitare il suo esempio, ma anche invocare la sua intercessione. E sarà davvero molto bello invocare come nostro patrono, sicuri della sua protezione, colui che è stato per undici anni pastore e guida della nostra Chiesa.

+ Corrado, vescovo

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