Editoriale
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IL PAPA IN TIVÙ È LA CHIESA IN USCITA

L'editoriale del direttore don Alessio Magoga

IL PAPA IN TIVÙ È LA CHIESA IN USCITA

Non solo Grande Fratello. Mediaset ha dato prova che si può fare anche altro e ottenere comunque ottimi risultati: l’intervista a Papa Francesco, andata in onda domenica 10 gennaio su Canale 5, ha suscitato grande interesse ed è stata seguita da più di 5 milioni di spettatori. Nel colloquio con il giornalista Fabio Marchese Ragona, avvenuto nella residenza Santa Marta, in Vaticano, il Pontefice ha affrontato vari argomenti di scottante attualità: dalla pandemia, al vaccino, sino ai disordini negli Stati Uniti… A parte qualche “effetto speciale” - tipo la musica un po’ inquietante - a nostro avviso non necessario, l’intervista è stata pacata e puntuale ed ha fatto emergere, oltre all’affabile umanità di Bergoglio, aspetti ben noti del suo magistero.

Nulla di nuovo, quindi, ma al Pontefice è stata data la possibilità di ribadire tematiche che risultano particolarmente importanti nel momento storico che stiamo attraversando. Ne richiamiamo solo alcune. Dall’epidemia e da una crisi – ha ripetuto il Papa – “mai si esce come prima: o migliori o peggiori”. Da cosa dipende? “Dalla nostra decisione: se vogliamo migliorare, sarà migliore, se no sarà una sconfitta”. Il Pontefice ha puntato poi l’indice contro due gravi problemi del mondo di oggi che chiedono di essere affrontati in modo serio: le guerre che insanguinano il pianeta e la situazione di povertà e di indigenza di molti bambini. “Con le spese di un mese di guerra – ha affermato – si garantirebbe il cibo per un anno a tutta l’umanità che ha fame”. Anche per quanto riguarda il vaccino è stato calmo ma perentorio, ribadendo il suo punto di vista, secondo il quale in una prospettiva etica tutti devono prendere il vaccino: “È una scelta etica – ha detto – per sé e per gli altri”.

Pur non citandola esplicitamente, il Papa si è ispirato alla nota della Congregazione per la fede del 21 dicembre scorso, la quale, pur non arrivando ad affermare l’obbligatorietà tout-court del vaccino, asserisce: “Dal punto di vista etico, la moralità della vaccinazione dipende non soltanto dal dovere di tutela della propria salute, ma anche da quello del perseguimento del bene comune. Bene che, in assenza di altri mezzi per arrestare o anche solo per prevenire l’epidemia, può raccomandare la vaccinazione, specialmente a tutela dei più deboli ed esposti”. Dura è stata poi la condanna dell’aborto, che ha detto essere “un problema umano e non di religione”, cioè una questione che trova una risposta adeguata già nei dati della scienza e della ragione, prima che nella fede: “Alla terza settimana ci sono già tutti gli organi: è una vita umana”. Ed ha ripetuto che non è giusto cancellare una vita umana per risolvere un problema: è come “assoldare un sicario”. Ai politici poi – soprattutto a quelli di casa nostra! – non sarà certo sfuggito l’appello all’unità che il Papa ha rivolto alla “classe dirigenziale” (così l’ha chiamata): “È legittimo avere punti di vista diversi, ma in questo tempo si deve giocare per l’unità… I partiti sono strumenti per far crescere il Paese”.

Nella crisi – sono ancora parole del Pontefice - “non c’è diritto dire io ma noi: bisogna dire noi non io; chi non lo fa non è all’altezza della situazione”… Vi è chi preferirebbe che il Pontefice tenesse un profilo un po’ più basso: sono di questi giorni l’intervista sulla Gazzetta dello Sport e la copertina di Vanity Fair, mentre appena il mese scorso è uscito il suo ultimo volume dal titolo invitante: “Ritorniamo a sognare”. Ma anche questo fa parte della sua visione di una “chiesa in uscita”, che uscendo si espone e quindi si espone anche dal punto di vista mediatico, con i pro e contro del caso. Esporsi significa assumersi il rischio di essere oggetto di diverse interpretazioni, che in effetti all’indomani dell’intervista non si sono fatte attendere. In ogni caso per tanti telespettatori – credenti o meno – è stata l’occasione di far entrare il Papa “in casa propria”, starlo a sentire, apprezzare la sua calda umanità che non lascia indifferenti... Una preziosa opportunità per confrontarsi con una figura di grande spessore umano e spirituale e per riflettere su quello che ci sta accadendo. Insomma, decisamente meglio del Grande Fratello!

Alessio Magoga

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