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Il futuro affidato alla nostra responsabilità

L'editoriale del direttore don Alessio Magoga.

Il futuro affidato alla nostra responsabilità

E' di questi giorni la notizia che il Consorzio di tutela del Prosecco di Denominazione di origine controllata (Doc) ha deciso di vietare nelle vigne dei suoi produttori, distribuiti in nove province tra Veneto e Friuli, tre discussi fitofarmaci: il Mancozeb, il Folpet e il Glifosate. La notizia del bando delle tre sostanze si è diffusa in concomitanza – una felice coincidenza per noi – con la conferenza che L’Azione e Slow Food hanno organizzato sabato scorso a Vittorio Veneto: “Ecologia, coltivazione e cura del creato”.

I due ospiti d’eccezione – il vescovo Pizziolo e Carlo Petrini, fondatore di Slow Food International – hanno commentato da due angolature diverse, ma alla fine complementari e convergenti, la Laudato si’: l’enciclica di papa Francesco sulla questione ecologica. La partecipazione davvero numerosa ha reso manifesto quanto sia sentito il bisogno di un’agricoltura e di un’alimentazione più sane e a misura d’uomo. L’annuncio della volontà di bandire l’utilizzo dei tre prodotti chimici in agricoltura, seppure con tutti i se del caso (quando, come, in che misura...), conferma che è sempre possibile fare qualcosa per cambiare la realtà e che molto è affidato alla responsabilità personale di ciascuno per attuare prassi e assumere stili di vita più rispettosi dell’ambiente. È stato proprio questo il messaggio lanciato dai due relatori, come ha opportunamente sintetizzato una partecipante alla conferenza: “Con il vescovo Pizziolo e Carlo Petrini si è ben compreso che siamo responsabili come consumatori e che diventare cittadini attivi è la vera politica.

Le pratiche individuali danno valore al cambiamento”. Ma anche informare, dare notizie, fare circolare pensieri su temi importanti come quelli del rispetto del creato è davvero rilevante. In tale ottica da tempo L’Azione cerca di promuovere questo tipo di informazione, nella convinzione che la conoscenza diventa opportunità di cambiamento. Petrini ha portato l’esempio dell’olio di palma, la cui messa al bando è partita su libera iniziativa di un solo produttore e poi progressivamente si è diffusa ad altri, diventando un imperativo e per certi versi quasi una moda. Anche questo episodio è un segno di quanto i consumatori e i mezzi di informazione possano fare per cambiare modalità di coltivazione e forme di alimentazione non corrette. Non è vero che non si possa far nulla. Petrini ha tratteggiato anche altri due possibili percorsi per cambiare lo stato delle cose. Uno riguarda la promozione della cosiddetta “economia civile”, che proprio in Italia ha degli esponenti importanti (i professori Zamagni e Bruni, solo per fare due nomi) e interpreta l’intera economia sulla base dei principi del dono, della reciprocità e della fraternità: “Per favore – ha esortato Petrini – datele più risalto e fatela conoscere”.

L’altro percorso riguarda l’accesso al mondo dell’agricoltura da parte dei giovani: sono molti – come ha riconosciuto anche il Vescovo – i giovani che oggi vedono nell’agricoltura un’opportunità e desiderano impegnarsi in essa con nuovi criteri, più etici ed ecocompatibili: “Per favore, sosteneteli – ha ribadito Petrini –. Guai se lasciamo soli i giovani che si impegnano nell’agricoltura”. Non si tratta solo di comprare i prodotti di chi accetta questa sfida, un po’ meno perfetti esteticamente e un po’ più costosi. Ma anche di promuovere un’operazione culturale: comprendere che l’agricoltura è un settore essenziale per la sopravvivenza dell’intera società e per questo altamente dignitosa. Se da un lato è vero che “i tempi sono difficili” – come ha affermato Petrini –, dall’altro, assumendo maggiore consapevolezza di quanto spazio è affidato alla responsabilità di ciascuno di noi, possiamo guardare al futuro con un po’ più di fiducia.

Alessio Magoga

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