Editoriale
stampa

L’amore di Dio è più forte del dolore

L'editoriale pasquale del vescovo

L’amore di Dio è più forte del dolore

Carissimi fratelli e sorelle, riflettevo, in questi giorni della Settimana santa, su un fatto che sempre mi stupisce: il fondamento e il centro assoluto della nostra fede cristiana coincide con la cosa più bella e, nello stesso tempo, più fragile e debole che ci sia: un atto di amore assolutamente inerme. Per la nostra fede, infatti, la bellezza suprema della storia… il centro di tutto, è ciò che è accaduto anzitutto nella grotta di Betlemme e, successivamente, fuori Gerusalemme, sulla collina del Golgota, dove il Figlio di Dio si è lasciato inchiodare, povero e nudo, per morire d’amore. «Tu che hai salvato gli altri, salva te stesso, se sei il Cristo». Gliel’hanno detto tutti: i capi, i soldati, la gente che passava, il ladrone alla sua sinistra: «Se sei Dio, fa’ un miracolo, conquistaci, imponiti, scendi dalla croce, allora crederemo».

Qualsiasi uomo, qualsiasi re, potendolo, scenderebbe dalla croce. Lui, no. Solo un Dio non scende dalla croce, solo il nostro Dio. Perché i suoi figli non ne possono scendere, neanche lui scende: «Ha condiviso in tutto, fuorché nel peccato, la nostra condizione umana». La croce di Gesù… quella croce che noi ci siamo ormai abituati a vedere senza quasi più farci caso, rimane una domanda sempre aperta. Di fronte ad essa sappiamo di non capire tutto. Eppure, alla fine, la croce vince. «O albero fecondo e glorioso, ornato d’un manto regale, talamo, trono ed altare al corpo di Cristo Signore. O croce beata che apristi le braccia a Gesù redentore, bilancia del grande riscatto che tolse la preda all’inferno». Così canta nel Vexilla regis del nostro quasi conterraneo Venanzio Fortunato celebrando la vittoria della croce. La Croce vince perché in essa non abbiamo solo il dolore e la sofferenza umana, ma in essa abbiamo il dolore e la sofferenza che Dio stesso condivide con noi... per amore. E l’amore di Dio è più forte del dolore e della morte.

Ogni nostro grido, ogni dolore dell’uomo, ogni sofferenza incomprensibile sono state da lui assunte e strappate all’inutilità e alla disperazione: la morte non poteva tenere in suo potere l’amore stesso di Dio fatto carne in Gesù. Ma è vero anche che la morte non può tenere in suo potere chi è unito vitalmente a Gesù. Le nostre sofferenze, le miserie e le prove che calano sulle nostre spalle, le nostre morti possono realmente sembrare una sconfitta. E tuttavia se noi ci aggrappiamo alla Croce, allora veniamo anche noi presi dentro la forza del suo risorgere, che ha il potere – al di là delle nostre risorse, ma in profonda sintonia con le nostre speranze – di spezzare la pietra di ogni nostro sepolcro e di farvi entrare la potenza della risurrezione e della vita.

Augurandovi una santa Pasqua, carissimi fratelli e sorelle, invoco il dono dello Spirito Santo su ciascuno di voi, in particolare su quanti vivono situazioni di prova e di sofferenza: l’incontro e la relazione con il Signore morto e risorto siano per tutti un dono di speranza, di serenità e di pace. Possiate esserne illuminati e diventare, a vostra volta, luce di conforto e di consolazione per coloro che incontrate. Vi accompagno con la mia preghiera e la mia paterna benedizione.

L’amore di Dio è più forte del dolore
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento