Editoriale
stampa

LA PANDEMIA E' FINITA?

L'editoriale del direttore, don Alessio Magoga

Parole chiave: pandemia (1), Covid (3), memoria (2), guarigione (1), ringraziamento (1), sanità (6)
LA PANDEMIA E' FINITA?

A tre anni dall’inizio della pandemia da Covid-19 sembra che ormai tutto sia tornato com’era prima. Per cogliere la differenza tra allora e oggi è istruttivo rileggere, ad esempio, il numero de L’Azione del primo marzo 2020. Per ciascuno di noi, ora, è consentita la massima libertà di movimento: quella libertà di cui il Covid ci aveva privato per tre lunghi anni. Ora niente più distanze di sicurezza, niente più mascherine, niente più divieto di assembramento: gli stadi sono pieni, i ragazzi vanno a scuola, i mezzi di trasporto pubblici (penso soprattutto ai treni e alle metropolitane) sono tornati al consueto affollamento... Soltanto in alcuni luoghi, come ospedali e case di riposo, permangono alcune restrizioni, ma si tratta in ogni caso di disposizioni molto più blande rispetto anche solo a qualche mese fa. Per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche nelle nostre chiese, sono rimaste delle semplici norme prudenziali raccomandate per il momento della distribuzione della comunione (in attesa che siano smantellate anche quelle).

Il Covid, certo, circola ancora ma, stando ai bollettini sia nazionali sia regionali, il numero di decessi e quello dei pazienti in situazione critica sono scesi in modo importante. Recentemente anche la Cina ha allentato in modo tanto improvviso quanto indiscriminato l’uso dei dpi (“dispositivi di protezione individuale”) e – pur con tutte le cautele del caso nel valutare i dati che provengono da questo Paese – sembra che il tanto temuto picco pandemico sia stato superato senza troppe difficoltà: nella nazione da cui tutto ha avuto inizio – è un dato che va ricordato – non si è così verificata, o per lo meno non nella misura ipotizzata, l’ecatombe temuta.

Dinanzi a questo scenario, tanto atteso e sperato per tre lunghi e dolorosi anni, si dovrebbe esplodere di gioia. E invece tutto procede come se si riprendesse il cammino lì dove era stato interrotto. Nessun palpito di gioia, nessun anelito di gratitudine... Qualche secolo fa, al contrario, la fine della peste era solennizzata da autorità civili e religiose, insieme a tutto il popolo, con dei gesti pubblici, con processioni e l’edificazione di una chiesa o cappella. Numerosi sono i segni di questa prassi – religiosa ma anche sociale e civile – sul nostro territorio. Oggi, invece, nulla di tutto questo si intravvede all’orizzonte. Come mai?

Dato per scontato che l’attuale contesto nazionale e internazionale non è dei più rosei (pensiamo, a titolo di esempio, alla crisi economica del nostro Paese e alla guerra in Ucraina), una prima possibile motivazione ci viene dalle indicazioni degli stessi organismi della sanità pubblica che invitano alla cautela. Il Covid è ancora in circolazione e, pertanto, è ancora prematuro considerare completamente debellata la pandemia, anche se i dati stanno confermando – al netto di sorprese dell’ultimo momento – una costante diminuzione della sua virulenza.

In questi tre anni molte famiglie hanno perso un proprio caro, come conseguenza diretta o come effetto collaterale dell’infezione da Covid. Nella fase iniziale della pandemia, molti di questi decessi sono avvenuti nella solitudine più totale, nella lontananza dai propri familiari, e le esequie sono state celebrate in maniera molto sobria, direttamente in cimitero. Per tante famiglie, quindi, c’è poco da “festeggiare”: queste esperienze dolorose hanno lasciato delle ferite profonde nei vissuti personali e hanno bisogno di tempi lunghi per poter essere lenite. Forse anche per questo motivo molti di noi sono tentati dal dimenticare questi tre anni, quasi per metterli da parte e ricominciare “come prima”, perché ritornare su quanto è avvenuto è ancora troppo doloroso. Va aggiunta probabilmente anche la consapevolezza che in questo recente tratto della nostra storia, accanto a delle innegabili luci, ci sono state anche alcune ombre su cui è opportuno fare chiarezza. C’è da augurarsi che questo legittimo desiderio di verità non si tramuti in una sterile “resa dei conti” per motivi di carattere politico o, peggio, personale.

Ad ogni modo, se la pandemia è davvero entrata nella sua fase finale, sarà opportuno trovare parole e gesti per “metabolizzarla” e così veramente aprire una pagina nuova della nostra storia, sia personale sia collettiva.

Alessio Magoga

LA PANDEMIA E' FINITA?
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento