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LE REGIONALI SARDE... E LE REGIONALI VENETE

L'editoriale del direttore don Alessio Magoga

Parole chiave: regionali (1), parititi (1), politica (11), Veneto (17), Zaia (4), elezioni (1)
LE REGIONALI SARDE... E LE REGIONALI VENETE

Le elezioni regionali che si sono tenute in Sardegna domenica scorsa hanno movimentato il già vivace panorama politico italiano. Se è vero che la vittoria di Todde, la candidata supportata da M5S e PD, si è consumata sul filo di lana e con uno scarto alquanto ridotto (uno “zero virgola”), è necessario allargare lo sguardo per valutarne adeguatamente la portata. Todde, infatti, non ha vinto solo contro Truzzu, il candidato del Centrodestra che si è subito accollato la responsabilità della sconfitta, ma anche contro Soru, il terzo candidato alle Regionali sarde, che era sostenuto da un cartello di forze afferenti alla Sinistra (e che ha portato via voti, presumibilmente, proprio alla Todde).

Alle Regionali sarde un aspetto che ha colpito molto gli analisti politici, e non solo loro, è stata la scelta del “voto disgiunto”: un numero non piccolo di elettori di Centrodestra (quantificabile in alcuni punti percentuali) ha dato sì il proprio voto alla coalizione di Centrodestra, com’era ovvio, ma ha anche espresso la propria preferenza alla candidata presidente del M5S-PD. È stato lanciato così un messaggio inequivocabile: “Io sono del Centrodestra, ma il candidato presidente indicato dalla mia coalizione politica non mi convince!”. E infatti Truzzu non ha convinto proprio i suoi: lui, sindaco di Cagliari, si è visto battuto (e sonoramente) proprio nella sua città…

Perché, allora, il Centrodestra ha perso in Sardegna? Molteplici le ragioni. Perché non hanno convinto i cinque anni di Solinas, il presidente uscente di Centrodestra, prima del Partito Sardo d’Azione e poi della Lega; perché le forze politiche di governo, ora, non stanno attraversando un momento felicissimo né tanto meno facile; perché il Centrodestra ha bisticciato a lungo prima di indicare Truzzu e la decisione – a quanto si dice – è stata imposta dalla premier Meloni che ha voluto scegliere il “suo” candidato perché in quota Fratelli d’Italia (cioè il partito di maggiore peso della coalizione di governo)... In ogni caso, se c’è una lezione da trarre da questa tornata elettorale (la prima di una lunga serie, tra regionali, amministrative ed europee) è senza dubbio il fatto che la differenza, per fortuna, la fanno ancora le persone. Todde è risultata più credibile e più convincente per il suo forte legame con il territorio e con i temi del territorio: in campagna elettorale, ha puntato molto proprio su questo e non ha cercato tanto l’endorsement (cioè, il sostegno e l’appoggio) di Conte e della Schlein, che – tra l’altro – si sono recati in Sardegna solo quando la vittoria era ormai a portata di mano. A differenza di Truzzu, che ha beneficiato (si fa per dire!) dell’immagine della Meloni e della presenza dell’intero entourage di Centrodestra, recatosi in Sardegna in pompa magna per la chiusura della sua campagna elettorale (tutto questo, però, non gli è bastato!).

Nel 2025 si voterà per le Regionali anche in Veneto. Al netto di repentine (ma quanto improbabili) modifiche delle regole del gioco, Zaia non potrà ricandidarsi, perché un recente decreto-legge ha ribadito che un candidato non può essere eletto più di due volte, consecutivamente, come Presidente di regione. (In realtà, Zaia ha alle spalle già tre mandati e nel 2025 raggiungerà i 15 anni di governo ininterrotto in Veneto, perché la legge sui due mandati consecutivi è entrata in vigore “dopo” il suo primo mandato). FdI scalpita per far valere anche in Veneto il peso del proprio partito e per indicare un proprio candidato come Presidente del Veneto. Aspirazione legittima, stando agli attuali numeri della coalizione a livello nazionale; tuttavia, la vicenda delle Regionali sarde suggerisce grande prudenza, perché – come si è visto in Sardegna – la gente non vota solo pensando al partito ma anche (e, aggiungiamo noi, giustamente) valutando la credibilità della persona. La partita vera, quindi, sarà – sia per il Centrodestra sia per il Centrosinistra – quella di individuare una persona significativa, che – come ha saputo dimostrare Todde – sia legata al territorio e ben introdotta alle questioni che stanno a cuore ai cittadini e alle cittadine della propria regione.

Alessio Magoga

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