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La corruzione non si annidi nei nostri cuori

L'editoriale del direttore de L'Azione don Alessio Magoga.

La corruzione non si annidi nei nostri cuori

Il senso di colpa più profondo, l’unico giustificabile, è quello di tradire, venire meno, cedere sulla propria vocazione ». Con questa espressione, tratta da “La forza del desiderio”, lo psicanalista Massimo Recalcati intende dire che la vita “si ammala”, si intristisce e si deprime quando una persona si allontana dalla sua vocazione, cioè tradisce il desiderio fondamentale della sua vita: quello che ne fa una persona unica, ne dice il senso, la missione e il compito nel mondo. Generalmente, questo desiderio appare alla coscienza nel tempo dell’adolescenza o della prima giovinezza e costituisce per la persona un orizzonte di significato, che fa intravedere la vita come una realtà promettente, entro la quale potersi mettere in gioco.

Stando alle parole provocatorie di Piercamillo Davigo, sembra che questo positivo e salutare senso di colpa – e, conseguentemente, di vergogna – oggi rischi di essere rimosso. Istituendo un confronto tra i politici di “tangentopoli” degli anni ’90 e quelli attuali, il magistrato ha affermato, suscitando non poche polemiche, che la situazione oggi è sostanzialmente peggiorata e che “i politici continuano a rubare, ma non si vergognano più!”. A nostro avviso, se è vero che una parte della classe politica ruba, ciò significa per lo meno che non è sola ma che è tutto il sistema-Italia ad essere coinvolto. Troppo facile dare la colpa solo ad alcuni: «Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti» (De Andrè).

Conferma questo triste stato di cose una recente indagine sulla corruzione che colloca l’Italia al 61º posto – su 168 Paesi presi in esame – con un voto di 44 su 100: pur migliorando a livello globale rispetto agli anni precedenti e risalendo lievemente la china di qualche posizione, l’Italia rimane in fondo alla classifica europea, seguita solo dalla Bulgaria e preceduta da Romania e Grecia. Se è vero – come ha ricordato recentemente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che «la classe dirigente che delinque fa più danni dei criminali di strada», la risposta alla corruzione non può essere un’azione mirata solo su una categoria di persone (i politici!), quasi fossero l’unico male della società. Va coinvolto l’intero Paese: «Occorre una grande alleanza – ha proseguito il Presidente – tra tutte le forze sane per sviluppare ulteriormente gli anticorpi necessari. Si tratta di un impegno politico, sociale, culturale, che deve coinvolgere l’intera comunità ». Concretamente, si tratta di avere il coraggio di smetterla di fare i “furbi” – propensione tipicamente italica e presentata a volte come una “virtù” del nostro popolo – e imparare a stare alle regole, a rispettare la legge, a guardare al bene della comunità...

Insomma, da Nord a Sud si tratta di prendere sul serio le buone abitudini che ogni cittadino responsabile dovrebbe cercare di praticare da sempre e che in alcuni Paesi europei risultano del tutto ovvie (la Danimarca è la prima della lista dei Paesi virtuosi!), come ad esempio il fare lo scontrino, richiedere la fattura, pagare le tasse, pubblicare i bilanci in trasparenza... Dovremmo essere tutti più consapevoli del fatto che in un Paese corrotto la ricchezza non cresce, ma si disperde, e aumentano l’ingiustizia ed il divario tra poveri e ricchi. Un Paese corrotto è, inevitabilmente, un Paese malato, che si intristisce e si deprime, perché ha tradito il suo sogno, il suo desiderio, la sua vocazione: è un Paese che uccide il futuro dei suoi giovani, ne calpesta le speranze, ne spegne l’entusiasmo... Il Papa, in una bella lettera al cardinale Ouellet, scrive: «Come pastori, uniti al nostro popolo, ci fa bene domandarci come stiamo stimolando e promuovendo la carità e fraternità, il desiderio del bene, della verità e della giustizia. Come facciamo a far sì che la corruzione non si annidi nei nostri cuori». Anche saper restare fedeli ai desideri di bene e alle intuizioni generose della gioventù è un modo per impedire alla corruzione di annidarsi nei nostri cuori.

Alessio Magoga

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