La speranza cristiana e le esperienze di fragilità
L'editoriale del numero de L'Azione di questa settimana.
Non hanno perso tempo quanti hanno partecipato al terzo convegno proposto dall’Ufficio per la Pastorale della salute. Interessati professionalmente o solo curiosi di sapere di cosa si parlava, tutti hanno guadagnato un momento formativo di qualità, problematizzante su molti aspetti: non ultimo quello che nasce dalla consapevolezza che, prima o poi, si può perdere il bene prezioso della salute e perciò essere coinvolti personalmente nelle dinamiche relazionali di cui si è parlato. Terzo convegno dedicato, in omaggio all’anno particolare che come Chiesa stiamo vivendo, alla relazione tra l’impegno professionale e l’esercizio dell’evangelica misericordia.
Terzo convegno, dopo i due degli anni precedenti dedicati alla cura dello spirito nei tempi della malattia (2014) e alla ricaduta delle nuove politiche sanitarie sulla cura pastorale degli infermi (2015). Nell’insieme sono state esperienze positive: momenti che sicuramente hanno allargato e approfondito l’orizzonte culturale e pastorale di quanti hanno partecipato. Momenti formativi di qualità, che sono stati preparati in modo collegiale, con un lavoro di confronto e di ricerca e – se pur a diverso titolo e con modalità diverse – hanno coinvolto i membri della segreteria della Pastorale della salute diocesana. Il tema da mettere a fuoco, le modalità che possono essere più convincenti, i relatori da invitare: tutto è passato attraverso un dialogo fitto e schietto. Anche questo scambio e questa modalità di lavoro – mi sembra – è esperienza positiva e già di formazione personale e di gruppo. Senza cadere nell’atteggiamento di chi si sofferma costantemente sul mezzo bicchiere vuoto a scapito dell’indicare e del gustare quanto sta nel bicchiere mezzo pieno, riteniamo tuttavia che ciò non basta per fare della nostra pastorale della Salute un’esperienza significativa per il vivere e l’agire della nostra Chiesa vittoriese.
L’immagine che mi porto dentro è la costruzione di grandi e grossi piloni, sui quali però è appoggiata una piccola e talvolta quasi inconsistente strada viabile. Buoni i nostri tre Convegni, ricchi di contenuto e sufficientemente aderenti alla realtà complessa e molto problematica della sanità e dei problemi che vive la nostra gente. Buoni ma non sufficienti per un cammino pastorale, che prenda in considerazione l’annuncio del Vangelo a quanti vivono l’esperienza della malattia e dell’infermità, alle loro famiglie e ai tanti che, per professione o per volontariato, in tanti modi si accostano e si chinano su queste persone. Occorre dire, con gratitudine, che nell’esperienza pastorale della Chiesa l’attenzione e la cura verso gli ammalati e verso gli operatori non sono mai venute meno. Sono tante le persone, i gruppi e le Associazioni, le religiose e i sacerdoti che hanno investito e stanno investendo attenzioni, energie e risorse verso e con il mondo delle persone sofferenti. Ma oggi la buona volontà e l’impegno, la cura delle persone ammalate o inferme devono - se vogliono essere esperienze evangelicamente feconde - confrontarsi con il “nuovo” esistenziale e istituzionale, che segna il vissuto di chi vive in prima persona o a fianco, per diversi motivi, l’esperienza della fragilità e della debolezza.
La sfida è grande: comunicare la speranza cristiana dentro e accanto alle molteplici esperienze di debolezza e di fragilità, come chi - con l’aiuto della Grazia - sa accoglierla con discrezione e tenerezza, restituendola arricchita di senso dal Mistero pasquale del Signore Gesù al cammino della vita personale e comunitaria. A questo siamo chiamati tutti, in particolar modo quanti operano come credenti nel mondo della sanità e della prevenzione. A Dio piacendo ci sarà pure un quarto Convegno di pastorale della Salute, ma nel frattempo sentiamoci impegnati a realizzare e a percorrere delle strade di pastorale quotidiana, sul territorio, dentro le nostre parrocchie.
d. Roberto Camilotti
Direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della salute
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento