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PANDEMIA E IRRAZIONALITA'

L'editoriale a firma di don Gianpietro Moret

PANDEMIA E IRRAZIONALITA'

Il Rapporto Censis del 2021 presenta questi dati sulla situazione sociale creata dalla pandemia: «Il 31,4% degli italiani oggi si dice convinto che il vaccino è un farmaco sperimentale e che quindi le persone che si vaccinano fanno da cavie, il 10,9% sostiene che il vaccino è inutile e inefficace e il 5,9% (cioè circa tre milioni di persone) che il covid-19 semplicemente non esiste». Oltre a questi dati, circolano teorie complottiste ancora più gravi – che il Censis non prende nemmeno in considerazione – che dichiarano che il vaccino sta inoculando dei microchip per un controllo totale della popolazione o delle sostanze che modificano volutamente il nostro Dna.

Che cosa sta succedendo? I comportamenti irrazionali sono un fatto costante nell’animale razionale che è l’uomo e hanno portato l’umanità a immani tragedie. Dobbiamo seriamente preoccuparci di questi atteggiamenti, ancor più, in un certo senso, dello stesso virus.

Mi impressiona soprattutto quel 31,4% della popolazione, più di un terzo degli italiani, circa 20 milioni di cittadini convinti che i nostri governanti non ci dicano la verità, che ci stanno volutamente ingannando, che ci vogliono fare del male. Considerati veri e propri nemici. Questo è grave. Le istituzioni democratiche si basano sulla fiducia e queste reazioni mostrano che una considerevole porzione della popolazione ha perso del tutto la fiducia in esse. Istituzioni giudicate semplicemente imbroglione e truffaldine non possono continuare a tenere unita e governare la società. Di fronte ad un governo del genere non resterebbe altro che la rivolta, anche violenta. Purtroppo, non mancano segnali in questo senso. Si stanno creando delle sette carbonare che usano soprattutto i media per coagularsi tra loro. Se lo fanno solo per inventarsi fantasiose cure alternative ai vaccini, meno male, invece quando incominciano a minacciare di morte - come hanno fatto con la dottoressa Antonella Viola, immunologa e direttrice dell’Istituto di Ricerca della Città della Speranza di Padova - e scatenano violenze distruttive, siamo ad una linea pericolosa per la tenuta della democrazia.

È legittimo criticare le decisioni del governo che giudichiamo sbagliate, anzi doveroso. Esiste un’opposizione proprio per questo. Ci deve essere una rigorosa vigilanza che le decisioni si mantengano entro i binari della Costituzione, soprattutto in una materia così delicata come l’intervento sulla salute e quindi sui corpi dei cittadini. Ma poi è doveroso accettare le decisioni, anche se le giudichiamo lacunose, soprattutto in momenti di pericolo generale come il presente. Lo esige il senso civico democratico che ha come componente essenziale la fiducia. Lo esige il senso di solidarietà che è un valore etico che sta alla base della convivenza umana. Dobbiamo rinforzare in ognuno di noi queste convinzioni.

E nei confronti dei negazionisti, di quanti sono contrari al vaccino, che spesso con sorpresa scopriamo anche tra i nostri amici, tra i componenti della nostra famiglia, come comportarsi? Di fronte a posizioni irragionevoli che rifiutano la scienza, quella che cresce con la ricerca costante e con il consenso della comunità degli scienziati, e si affidano alle fantasie di qualche personaggio bizzarro, è spesso inutile ragionare. Tuttavia, non si deve mai disperare che la ragione si risvegli dal sonno. In ogni caso non sono da considerare semplicemente nemici da combattere.

È stato pubblicato lo scorso dicembre un comunicato dell’Associazione degli Anestesisti (Siaarti) che rende pubblico il dramma dei medici di fronte a persone che rifiutano ogni cura, persino quelle salva-vita e suggerisce il comportamento più adeguato che può essere utile per tutti. In esso si legge che, pur accettando la norma che proibisce l’imposizione di cure senza il consenso, non si deve abbandonare «lo sforzo di spiegare e motivare per tempo, con la massima attenzione e rispetto, in modo chiaro, veritiero e documentato e, se le circostanze lo consentono, con ragionevole insistenza e in modo ripetuto». E conclude: «Al rifiuto ripetuto e ostinato del paziente non deve far seguito il suo “abbandono”». Questo è autentico atteggiamento umano, oltre che rigorosa osservanza dell’etica medica. La pandemia prolungata, dopo gli slanci iniziali di solidarietà, ha portato a galla le miserie umane dell’irrazionalità, della sfiducia reciproca, della mancanza di solidarietà, dell’egoistico tornaconto personale. Se non vogliamo che questo virus, oltre che danneggiare la salute, sfiguri la nostra umanità, dobbiamo agire in senso contrario, sforzandoci di ragionare con calma, evitando le reazioni emotive, mostrando fiducia e comprensione reciproca, esercitando la pazienza anche con chi fa di tutto per farcela perdere.

Gianpietro Moret

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