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SETTIMANA SANTA: DALLA LITURGIA ALLA VITA

L'editoriale del direttore, don Alessio Magoga

Parole chiave: settimana (7), santa (1), pasqua (3), stile (1), rito (2), croce (4), salvezza (2), resurrezione (2), vita (7), liturgia (6)
SETTIMANA SANTA: DALLA LITURGIA ALLA VITA

Con la domenica della “Palme” – o degli “olivi” che più spesso si usano nelle processioni delle nostre comunità – si apre la Settimana Santa. Centro dell’anno liturgico, essa custodisce e celebra il cuore della fede cristiana. Giorni intensi e suggestivi, nei quali i cristiani ripercorrono gli ultimi momenti della vita terrena di Gesù, meditando il mistero della sua passione e della sua morte in croce, per giungere alla gloria della resurrezione nella veglia pasquale.

In tutte le parrocchie, in questi giorni, non mancano i momenti di preghiera. L’antica tradizione delle “Quarant’ore” di adorazione, sebbene in forma ridotta, generalmente è conservata in molte parrocchie (se non in tutte). Non mancano le opportunità per celebrare il sacramento della riconciliazione: i sacerdoti, con tempi più prolungati del solito, si mettono a disposizione dei fedeli per ascoltare la confessione ed impartire l’assoluzione, anche attraverso delle celebrazioni comunitarie.

I gesti e i simboli di questi giorni santi sono particolarmente suggestivi. Ci parlano dell’accoglienza trionfale di Cristo a Gerusalemme (i rametti d’ulivo usati nella celebrazione e poi conservati nelle case), dell’amore reciproco che i cristiani sono chiamati a vivere a imitazione del loro Maestro (il gesto della lavanda dei piedi nel Giovedì Santo), della sua morte di salvezza (la croce di Cristo, fatta oggetto di adorazione nel Venerdì santo)…

La Parola di Dio, abbondantemente offerta alla meditazione dei credenti, ripercorre gli ultimi drammatici episodi della vita di Gesù e svela il senso della sua morte, una morte di salvezza. L’austerità dei riti e i tempi di prolungato silenzio – soprattutto nel Venerdì Santo – aiutano a cogliere la serietà del momento: quella che le celebrazioni di questi giorni fanno rivivere è un’ora del tutto speciale, del tutto unica. Anche un osservatore superficiale percepisce di trovarsi, in questi giorni santi, dinanzi a qualcosa di unico: qualcosa di essenziale per la vita dei cristiani.

La Settimana Santa, tramite il linguaggio della liturgia fatto di simboli, gesti e Parola di Dio, rende presente il mistero salvifico della morte e resurrezione di Cristo. Questo non è sufficiente, però, se da parte nostra non c’è un cuore aperto e disponibile all’incontro con il Signore. È necessario entrare in questi giorni santi con la disponibilità di chi vuole lasciarsi incontrare da Gesù e dalla grazia che egli vuole donarci, trovando tempi e modi per fare silenzio (dal rumore, dalla televisione, dal cellulare…) e coltivare una preghiera più prolungata, partecipando ai sacramenti in modo più consapevole e convinto.

Anche questo, però, non basta e non è sufficiente. Perché rivivere i Santi giorni della morte e resurrezione di Cristo serve a poco, se non ci decidiamo con il suo aiuto a fare nostro il suo modo di essere: lo stile di chi si fa servo del suo prossimo, soprattutto di chi è più nel bisogno e nella sofferenza. Per questo, in questa Settimana santa, non possiamo portare nella nostra preghiera solo le nostre preoccupazioni e i nostri pensieri. Ma anche quelli dei fratelli e delle sorelle che ci stanno accanto: il dramma e il dolore di chi fugge dalla guerra, di chi finisce naufrago sulle nostre coste, di chi sperimenta sulla sua pelle una grave malattia… La liturgia non si chiude in sé stessa, ma si apre alla vita. La Settimana santa, con la sua ricca simbologia, ci aiuta a entrare in una relazione più intima con Cristo, ma per cambiare le nostre vite e per vivere – almeno un po’ di più – proprio come è vissuto lui.

Alessio Magoga

SETTIMANA SANTA: DALLA LITURGIA ALLA VITA
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