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“SI PUÒ ESSERE LEGHISTI E CATTOLICI?”

L'editoriale del direttore don Alessio Magoga.

“SI PUÒ ESSERE LEGHISTI E CATTOLICI?”

"Ma si può essere, allo stesso tempo, leghisti e cattolici?”. Questa domanda mi arriva da più parti, dopo le note ostentazioni pubbliche di croci, rosari e icone cristiane… Chi ha posto l’interrogativo si attendeva una risposta negativa. Forse vale la pena allargare lo sguardo. Che dire di altre correnti politiche che hanno concezioni dissonanti con quello che è il magistero della Chiesa in fatto di bioetica su temi riguardanti, ad esempio, l’inizio e la fine della vita? Possono dirsi cattolici anche loro? Credo che, nel nostro attuale panorama politico, nessuno possa vantare il possesso di un patentino da “perfetto cristiano” né possa arrogarsi il diritto di dispensarlo o di negarlo ad altri. Ciò non toglie, tuttavia, che si possano evidenziare delle incoerenze, più o meno marcate, con il Vangelo. Se ripeschiamo dalla memoria gli inizi della Lega – con il suo fascino per i simboli celtici e il rito del versamento dell’acqua nel “divino” fiume Po –, era piuttosto evidente l’incompatibilità tra fede cristiana e Lega bossiana, ulteriormente caratterizzata da un certo anticlericalismo. A Bossi non sarebbe mai passato per la testa di sventolare rosari al cielo, mentre, nelle passate legislature, non aveva fatto mistero di voler mettere in discussione l’8 per mille alla Chiesa cattolica. Oggi però le cose sono profondamente mutate. La “Lega Nord” è diventata “Lega”: un partito che ha preso voti persino a Lampedusa e Riace, dove è stato sbaragliato l’ex sindaco Mimmo Lucano – simbolo di un certo modo di concepire l’accoglienza – e la Lega ha ottenuto straordinarie performance, impensabili non solo ai tempi bossiani ma solo fino a qualche anno fa.

In Veneto la Lega supera il 50 per cento ed amministra ormai stabilmente un numero importante di comuni (si pensi ai recenti risultati nella sola Marca). Nelle valutazioni post- voto, che si leggono in questi giorni, si dice che un veneto su due è leghista. In realtà, non è proprio così, perché, se teniamo conto dell’astensione che riguarda la metà della popolazione, da noi “solo” uno su quattro ha votato Lega. Ma, in ogni caso, resta una vittoria straordinaria, perché il 25 per cento della popolazione veneta, in termini assoluti, è leghista. A differenza di altri partiti, da sempre la Lega si presenta come una realtà monolitica, in cui il “capo” effettivamente comanda e il partito parla con una sola voce. Ciò nonostante, il mondo leghista, così vasto e cresciuto così rapidamente in questi ultimi tempi, non è del tutto uniforme. Non tutti la pensano come Salvini e vi sono varie sensibilità al suo interno, anche se non sembra che si configurino delle vere e proprie correnti (ad esempio, come quelle che esistevano all’interno della DC). Si va dai leghisti “puri e duri” della prima ora, per i quali “prima viene il Veneto” e con nostalgie da Repubblica di Venezia, a quelli per i quali “prima viene il Nord”, a quelli della “svolta” salviniana (“prima gli Italiani”), per arrivare alle posizioni più moderate del governatore Luca Zaia, che però ora giocherà il tutto per tutto per ottenere l’autonomia del Veneto… Queste sono solo alcune delle possibili sfaccettature del variegato arcipelago leghista, al cui interno vi è una presenza cospicua di matrice o di ispirazione cattolica. È un dato di fatto che una parte dell’elettorato della Lega – di una o dell’altra sensibilità – si definisca cattolico e viva più o meno attivamente dentro alle nostre comunità cristiane (parrocchie, scuole, associazioni…): un cattolicesimo, quello leghista, che non fa mistero di avere delle riserve su alcune insistenze caratteristiche del magistero di papa Francesco (come il suo recente “prima gli ultimi”). Il “famoso” discorso di Salvini a Milano ammiccava ed, al tempo stesso, proveniva proprio dai cattolici di quell’area, alcuni dei quali – in realtà non molti – hanno riservato dei fischi al Pontefice. (Dubito molto – ma forse sono in cattiva fede e posso sbagliarmi – che Salvini conosca Chesterton e i testi di Giovanni Paolo II e di papa Benedetto citati in piazza Duomo!). Ma, allora, Lega e cattolicesimo sono compatibili? La risposta va data con circospezione, in relazione ad ognuna delle diverse componenti del mondo leghista, perché non si può fare di ogni erba un fascio. Mi limito ad evidenziare un altro palese dato di fatto, che un cattolico non può ignorare, auspicando di suscitare – come spina nella carne – almeno qualche interrogativo. Proprio “grazie” alle provocazioni di Salvini, in questo ultimo anno di governo sono emerse crescenti tensioni tra Lega, da un lato, e Conferenza episcopale italiana e Vaticano, dall’altro. I principali punti di frizione sono ben noti: l’accoglienza e la gestione dei migranti, la questione dei campi Rom, il trattamento riservato alle ONG, l’aumento delle tasse per gli organismi che si occupano di beneficenza, i durissimi attacchi alla Caritas (definita una “mangiatoia”), i “distinguo” riservati alle Case Famiglia, la variazione della legge sulla legittima difesa e l’uso delle armi per la difesa personale, l’uso – apparso del tutto strumentale – dei simboli religiosi in campagna elettorale, l’appello – percepito come opportunista – alla “famiglia tradizionale”, gli incomprensibili ammiccamenti all’estrema destra, la critica all’Europa e il millantato sovranismo... La lista, però, potrebbe continuare. Una tensione – e molto alta – quindi c’è e rende plausibile la domanda di partenza. Il criterio per dirsi cattolici o no è il confronto con il Vangelo (ma tutto il Vangelo, non solo qualche passo) e con il magistero della Chiesa (preso nella sua interezza, non solo le citazioni più accomodanti). Se cristiani si vuol essere, tuttavia, c’è anche una “via breve” che prende avvio dal cuore del Vangelo, il quale recita: “Da questo conosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). Con questo comandamento tutti i cristiani – anche quelli della Lega – devono fare i conti seriamente, se vogliono essere davvero discepoli di Cristo.

Alessio Magoga

“SI PUÒ ESSERE LEGHISTI E CATTOLICI?”
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Fabio Soneghet 30/05/2019 12:51
“SI PUÒ ESSERE LEGHISTI E CATTOLICI? editoriale del 30/05/19
Ho appena letto on-line l'editoriale del 30/05/19 e mi complimento con Don Alessio per quanto ha scritto: lo condivido in pieno. Mi rammarica il fatto che il Papa e i nostri Vescovi che testimoniano il Vangelo - "tutto il Vangelo, non solo qualche passo" - purtroppo vengano attaccati e criticati anche da taluni che vanno in chiesa tutte le domeniche.
Meno male che L'Azione, dove e come può, porta una parola di verità e coerenza cristiana.
Grazie

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