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UNA "COLOSSALE TRUFFA"?

L'editoriale del direttore, don Alessio Magoga

UNA "COLOSSALE TRUFFA"?

Benzina e gasolio oltre i due euro. Prezzi mai visti prima anche per il metano: sia quello alla pompa sia quello utilizzato per il riscaldamento e l’industria. Segue a ruota, anche se più contenuto, l’aumento del gpl. Ce ne stiamo accorgendo tutti in questi giorni, quando facciamo il pieno oppure quando riceviamo, con grande stupore, la bolletta del gas (o della luce). Aumenti mai visti prima e avvenuti in tempi ristrettissimi. Se è vero che la tendenza all’aumento del costo di carburanti e materie prime era in atto da mesi (ne abbiamo parlato ne L’Azione del 21 novembre scorso), l’accelerazione che è stata impressa in queste ultime settimane non ha precedenti.

La questione è drammaticamente seria. Nel nostro Paese, infatti, anche per la sua conformazione geografica, da sempre si è privilegiato il trasporto su gomma, anziché quello su rotaie o tramite le vie d’acqua. Pertanto, l’aumento dei carburanti, a cascata, comporta il rincaro di molti altri beni di consumo. Il metano, poi, è utilizzato massicciamente sia per il riscaldamento privato sia per l’industria: il raddoppio del suo prezzo, che si è realizzato in questi mesi, ha delle ricadute drammatiche sul bilancio non solo delle famiglie ma anche su quello delle aziende, che sono costrette a valutare se, con questi prezzi, conviene continuare a produrre oppure no. Solo per fare un esempio, alcune cartiere – un fatto, questo, che come giornale ci tocca da vicino – hanno deciso di fermare la produzione in attesa di “tempi migliori”.

Orbene, questa è la situazione. Ma quali sono le ragioni? Verrebbe da dire che è “a causa della guerra in Ucraina”. In realtà, i prezzi delle materie prime sono sì in aumento, ma non con quella intensità che stiamo registrando. Se è vero che il petrolio, in questi giorni, ha superato i 100 euro a barile, le statistiche ci dicono che nella crisi del 2008 aveva sfondato addirittura i 180 euro, senza che questo avesse comportato un aumento paragonabile a quello che stiamo notando, ahimè, oggi. Per il metano la faccenda è più complicata, dal momento che il suo progressivo ed incalzante aumento era già iniziato diversi mesi fa: sia per la ripresa dei consumi e delle attività industriali a livello mondiale, a motivo dell’allentamento delle restrizioni per il Covid; sia per le scelte di carattere “politico” da parte della Russia (il nostro principale fornitore di metano), già decretate ben prima dell’invasione dell’Ucraina. Anche in questo caso, tuttavia, a detta degli esperti, l’aumento a valle (il costo al consumatore) sembra eccessivo rispetto all’aumento a monte (il prezzo della materia prima).

E quindi, cosa si può fare? Cingolani, il ministro della Transizione ecologica (Mite), ha recentemente usato parole forti per descrivere quello che sta accadendo: ha parlato di “speculazione in atto” e di “colossale truffa”. Ha fatto capire che, se i prezzi sono aumentati in modo incontrollato, ciò non può dipendere solo dal mercato e dalla congiuntura economica mondiale: qualcuno – secondo Cingolani – se ne approfitta. Dopo le parole del ministro – e anche in virtù dei numerosi esposti presentati dalle associazioni dei consumatori –, la Procura di Roma ha aperto un procedimento, al momento senza indagati e ipotesi di reato, teso a verificare le ragioni di tale aumento ed individuare eventuali responsabilità. Per gli accertamenti è stato coinvolto il nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma della Guardia di Finanza. Si tratta di una decisione da salutare senza dubbio positivamente, perché un controllo sulla filiera dei carburanti (e anche quella di altri prodotti) può smascherare eventuali azioni speculative.

E lo Stato potrebbe fare di più? Certamente sì, se non si vuole vedere sul lastrico un numero significativo di aziende e famiglie (almeno quelle più esposte e fragili). Tenendo conto del fatto che il prezzo del carburante, almeno in Italia, è condizionato in modo importante dalle accise (una serie di “imposte” che si sono accumulate negli anni), forse il governo potrebbe decidere di alleggerirne, almeno in parte, il peso: sembra che proprio in questi giorni si stia muovendo in questa direzione. Nel frattempo, utilizziamo l’auto solo lo stretto necessario, valorizziamo il più possibile i mezzi pubblici… ed abbiamo cura di riscaldare i nostri ambienti in modo adeguato, evitando sprechi e temperature esagerate. 

Alessio Magoga

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