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FARRA: chiesa di San Lorenzo, facciate e scoperte

Terminato il restauro dell'esterno, rinvenuti tracce di affreschi all'interno

FARRA: chiesa di San Lorenzo, facciate e scoperte

C'è uno scenario mozzafiato che compare spesso nei video e nelle fotografie che raffigurano le Colline Patrimonio dell’Umanità: è il paesaggio che circonda la chiesetta e il campanile di San Lorenzo a Farra di Soligo. Su questo luogo-simbolo del territorio, la parrocchia di Farra è intervenuta di recente per il restauro delle facciate, grazie all’opportunità di considerevole risparmio, offerta dallo Stato, con il bonus facciate. Il risultato è notevole. Condotta la mappatura dettagliata del degrado e dei materiali, su intonaci e finiture della chiesa l’intervento ha previsto il restauro conservativo delle stratificazioni esistenti (sono stati classificati ben 12 tipi di intonaci e intonachini!) con rimozione delle parti interessate dai fenomeni di umidità di risalita e da rappezzi cementizi. Le superfici esterne sono state quindi completate da velature, finitura che comunque consente di mantenere la riconoscibilità delle stratificazioni. Sulle parti in pietrame a faccia vista della torre campanaria, oltre alle operazioni pulitura e di trattamento disinfettante, si è operato un accurato ripristino dell’apposita malta e il consolidamento. L’intervento è stato completato dal restauro degli elementi metallici e da ulteriori lavorazioni edili quali la ripassatura del manto di copertura. Il lavoro è stato progettato e diretto dall’architetto Marco Merello con la restauratrice Ragna Notthoff che ha coordinato le maestranze. La spesa complessiva ammonta a 125 mila euro, per il 90% coperti grazie al bonus.

Tracce di affreschi all’interno

Considerato che nella parete esterna posta a nord vi sono tracce di affreschi, forse contemporanei a quelli della chiesa di Santa Maria dei Broi sempre a Farra, durante l’intervento si è pensato di realizzare degli assaggi anche all’interno della chiesa, per capire se sotto la tinteggiatura vi siano affreschi. Ebbene, in più punti sono emerse tracce di antichi dipinti. Il ritrovamento più importante è quello del volto di un vescovo.

Per capire l’estensione della superficie affrescata sarebbe necessario procedere alla rimozione di una parte significativa della tinteggiatura, perlomeno nel muro a sud e nell’abside. Si tratta di un’operazione che ha un costo che la parrocchia al momento non è in grado di affrontare.

Va detto che tutto l’interno della chiesa, salvo il tetto sul quale vi è stato un intervento pur sommario non molti anni fa, versa in condizioni precarie e quindi andrebbe pensato un percorso graduale che porti a un recupero globale. L’intento è ambizioso, considerate le finanze attuali delle nostre parrocchie, ma il territorio ha già dato prova di risposte generose quando si tratta di metter mano al recupero del patrimonio storico-artistico-religioso. E la gente del borgo di Credazzo e di Farra in generale, ha già dato prova tangibile dell’affetto che prova per San Lorenzo.

Un po’ di storia

Il primo documento in cui si fa cenno della chiesa, costruita su roccia, è un atto notarile redatto il 10 agosto 1210 “sotto il porticato della chiesa di San Lorenzo”. Grazie ai recenti lavori, sulle facciate sono emerse delle tracce che potrebbero riferirsi a tale porticato. Nel 1573 l’edificio venne rimaneggiato da maestranze bellunesi e venna ampliata l’abside. Successivamente altri lavori vennero eseguiti. Il campanile è ducententesco, forse una torre di fortificazione a servizio delle vicine torri di Credazzo. Venne rimaneggiato secondo il gusto del tardo 1800 con la sostituzione del tetto originario con merlature a code di rondine. Alla base vi è una pietra d’angolo con un’iscrizione incisa con caratteri ancora non decifrati: è una della ventina “piere dei mat” che riportano iscrizioni che qualche studioso riconduce all’alfabeto venetico o runico (ma si tratta ancora di ipotesi). Intorno alla chiesa vi era un cimitero di cui è rimasto parte del muro di cinta in pietrame.

La chiesa e il campanile sono quindi organismi vivi sui cui più volte l’uomo, con abilità e sapienza, è intervenuto per assicurarne la conservazione. Lo ha fatto anche nei mesi scorsi, con l’intervento sulle facciate. E speriamo lo faccia anche in un vicino futuro con il recupero dell’interno.

Federico Citron

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