Oggi Domenica
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E il sale?

Oggi Domenica: la riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

E il sale?

Domenica 9 febbraio - V del tempo ordinario - anno A
Is 58, 7-10; Sal 111; 1Cor 2, 1-5; Mt 5, 13-16
Il giusto risplende come luce
Prima settimana del Salterio
Quando Gesù diceva ai discepoli: "Voi siete il sale della terra e la luce del mondo", esprimeva il frutto delle Beatitudini appena proclamate come valore fondamentale per i suoi discepoli e simultaneamente rafforzava il compito di praticarle. Nella riflessione odierna vorrei dare spazio alla similitudine del sale, che tende ad essere trascurata rispetto a quella della luce.
Gli abitanti della Palestina vivevano tra il Mediterraneo, fonte di sale, e il Mar Morto, chiamato anche "mare di sale" (Gen 14, 3). Sappiamo dalla geografia che esistono distese salate per il prosciugamento di bacini interni in varie parti del mondo. Tale diffusione permette di usare il sale per gli scopi più svariati, perfino come moneta. La retribuzione del lavoratore subordinato, infatti, è detta salario, perché richiama l'antica porzione di sale, data come compenso.
Secondo la tradizione religiosa degli Ebrei, le offerte dovevano essere tutte salate per dare sapore "agli alimenti di Dio" e confermare l'Alleanza (Levitico 2, 13; 21) significando la durata del contratto con Dio. Da questi usi vediamo la mentalità diffusa in tante culture per le quali il sale serve sia per dare sapore sia per preservare i cibi e le bevande. E quante volte noi stessi riteniamo insipidi certi alimenti o addirittura li troviamo avariati o putrefatti. Senza sale i cibi sono come gli omogeneizzati in cui i sapori e i colori tendono talmente ad assomigliarsi fino a diventare insignificanti.
Gesù, con una visione grandiosa, affida ai suoi discepoli i compiti formidabili sia di dare senso e sapore, sia di conservare e migliorare il valore del mondo, di questa umanità insoddisfatta e disorientata. Fedele a questo mand ato, la liturgia battesimale tradizionale prevedeva il rito di collocare un pizzico di sale sulla bocca del bambino, dicendo: Ricevi il sale della sapienza! È rimasto però il ricordo popolare che attribuisce la mancanza di saggezza o di criterio al fatto che "I te ha mess poc sal in boca", per non dire "in zucca". E così altri termini come: insulso, dessavio.
Il sale, a differenza della luce, penetra in profondità per migliorare persone e strutture. Spetta a noi cristiani preservare la terra dal degrado annunciando Cristo con le opere sagge e con "il parlare sempre gentile e condito di sale, in modo da saper rispondere a ciascuno come si deve" (Colossesi 4, 6). Gli ultimi papi, con stili e sapori diversi, sono veramente sale e luce per il mondo intero. E tanti altri esempi non mancano. A ciascuno il proprio compito. Altrimenti, che salario possiamo ricevere da Dio se abbiamo condotto un'esistenza con poco o niente sale?

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