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Il Signore è alle porte

Le omelie di don Mario Albertini

Il Signore è alle porte

Domenica 15 novembre - XXXIII del tempo ordinario - anno B - prima settimana del Salterio - colore liturgico verde Dn 12, 1-3; Sal 15; Eb 10, 11- 14. 18; Mc 13, 24-32

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio

E' una pagina un po’ misteriosa, quella del vangelo di oggi: il Signore adopera un linguaggio cosiddetto apocalittico per parlare della fine dei tempi e della propria venuta “con grande potenza e gloria”. Delle sue parole noi possiamo mettere in risalto un’affermazione, una promessa e un’esortazione. L’affermazione ha un tono molto solenne: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Noi È siamo portati a sostenere il contrario: la terra su cui poso i piedi è solida, le montagne e i mari restano, gli astri del cielo durano... le parole invece volano via, spariscono. E in realtà quante parole vuote vengono dette, e diciamo pure noi. E tuttavia anche le parole possono essere dure: “le parole sono pietre” è il titolo di un libro (di Carlo Levi): un’offesa, una maldicenza, una calunnia lasciano il segno. D’altra parte una parola buona detta al momento giusto ha conseguenze positive durature. Ebbene: Gesù afferma che le sue parole non passano, e in realtà esse continuano e continueranno ad essere importanti ed efficaci; ciascuno di noi se ne accorge quando le ascolta con cuore ben disposto. Ma se le lascia perdere, perde qualcosa che vale più del cielo e della terra. Poi la promessa, ed è questa: “Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”. L’ultimo, e quindi più importante fatto della storia, quello che le darà significato e coronamento, sarà l’incontro con lui, con Gesù il Salvatore. Certamente anche giudice, e il profeta Daniele preannuncia: “gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna”. Ma se crediamo a Cristo, se crediamo in lui che è l’amore, sarà un incontro nella gioia. Infine l’esortazione contenuta in questa frase: “Sappiate che egli è vicino, alle porte”. È esortazione a essere pronti per quell’incontro, perché noi viviamo alle porte, alla frontiera dell’eternità. Ma saperlo incontrare ogni giorno nella preghiera e nell’amore fraterno. In sintesi, quello che Gesù ci dice è questo: affrontate la vostra esistenza alla luce dell’incontro con me. Quindi occupatevi dell’oggi con realismo perché avete dei compiti da portare avanti; con fiducia, perché io, il Signore, sono con voi; con la speranza che l’incontro con lui porti serenità e gioia.

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