Oggi Domenica
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La Croce dell’Amore

Riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

La Croce dell’Amore

Domenica 29 ottobre - XXX del tempo ordinario - anno A - seconda settimana del Salterio - colore liturgico verde Es 22, 20-26; Sal 17; 1Ts 1, 5-10; Mt 22, 34-40 Ti amo, Signore, mia forza

Lo vorrei ripetere a voi, comunità cristiane della diocesi di Vittorio Veneto, quello che Paolo ha scritto ai cristiani di Tessalonica: “La Parola del Signore riecheggia per mezzo vostro” (seconda lettura). Voi sapete che quando siamo fuori di chiesa noi cristiani siamo degli osservati speciali e giustamente il mondo ci giudica. Allora, presentarsi nei propri ambienti di vita come cristiani significa in fin dei conti offrire una testimonianza. Tutti noi siamo dei missionari che annunciano al mondo l’eterno amore di Gesù. Il cristiano ama Dio e ama il prossimo. Nella Bibbia il comandamento di Dio è semplice e chiaro: “Amerai il Signore Dio tuo” (Dt 6, 5). “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Lv 19, 18). Le sottigliezze dei teologi giu- I daici, nello scorrere del tempo, avevano appesantito la legge di Dio fino a richiedere l’osservanza di 613 precetti. Il che creava molta confusione nelle coscienze. Ed ecco allora che, ancora una volta, si sottopone la questione a Gesù non tanto per avere chiarezza ma per tendergli un tranello: “Maestro, nella legge, qual è il grande comandamento?”. Amerai, risponde Gesù: un verbo al futuro, non all’imperativo, perché si tratta di un’azione mai conclusa. Non un obbligo, ma una necessità per vivere, come respirare. Cosa devo fare domani per essere vivo? Tu amerai. Cosa farò l’anno che verrà, e poi dopo? Tu amerai. E l’umanità, il suo destino, la sua storia? Solo questo: l’uomo amerà. Quello che Gesù propone non è semplicemente il primo comandamento cui seguono tutti gli altri, ma è quel comandamento a partire dal quale tutto il resto prende forza, direzione e significato. Come è bello sperimentare che le due dimensioni dell’amore, quello verticale per Dio e quello orizzontale per il prossimo, non sono separabili, ma complementari. Mi piace sottolineare che l’unità tra la dimensione verticale e quella orizzontale forma graficamente una croce; questo è il punto di convergenza: l’unità inscindibile del comandamento dell’amore è data dalla croce di Cristo. Qui si vede come l’amore cristiano non è una teoria, ma una pratica di vita, per cui l’amore per il prossimo diventa la via per amare Dio. Allo stesso tempo, però, non posso amare il prossimo in modo autentico se non nella relazione d’amore con Dio. Mentre la domanda dell’esperto chiedeva un solo comandamento, per Gesù il cuore pulsante di tutta la Scrittura Sacra – la legge e i profeti – si riassume nell’amore di Dio che si manifesta nell’amore al prossimo. Mi viene in mente la grande figura di madre Teresa di Calcutta. Ha amato e ha sofferto il buio della fede. Ma ha amato Gesù e, in Lui e per Lui, ha amato i più poveri. In lei l’amore di Cristo si è concretizzato nell’amare i poveri, gli abbandonati, gli emarginati, che sono la “carne di Cristo” come ci ricorda papa Francesco. In questi fratelli madre Teresa ha visto Cristo. E Cristo è Dio. Noi abbiamo bisogno di Gesù. È il desiderio più struggente del nostro cuore, perciò possiamo fare nostre le parole del Salmo: “Ti amo, Signore, mia forza” (Sal 18, 2). Certo: piedi per terra ma… cuore in alto! Don Piergiorgio Sanson

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