Oggi Domenica
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Ogni giorno Dio viene

Riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

Ogni giorno Dio viene

Domenica 10 dicembre - II di Avvento - anno B - seconda settimana del Salterio - colore liturgico viola Is 40, 1-5. 9-11; Sal 84; 2Pt 3, 8- 14; Mc 1, 1-8

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza

"Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1, 11). Marco inizia così il suo racconto su Cristo per ricordarci che la Buona Notizia è Cristo: Lui deve essere al centro di tutto, perché Lui solo è il motivo dell’essere cristiani. Queste parole di Marco, all’inizio dell’Avvento, ci stimolano ad una verifica dei motivi del nostro essere cristiani: non il bel canto o la bella predica, non il sacerdote o la gente simpatica possono essere “motivi” per credere: motivo della fede è Cristo con la sua vita e con la notizia della sua morte e risurrezione, amore smisurato verso di noi. Ma come dobbiamo accostarci a Cristo? Marco presenta Giovanni Battista con le parole del profeta Isaia: “Preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. L’asciutta penna di Marco ci descrive il Battista in poche battute. Tutto in lui è in tensione verso Gesù. Ogni sua parola e ogni suo gesto sono una freccia puntata in direzione del futuro Maestro, che non battezzerà con l’acqua del Giordano, ma nello Spirito Santo. Lasciamoci destare, dunque, da questa voce che grida: ci strappa ai nostri ritmi abituali e un po’ sonnolenti, ci obbliga a scrollarci di dosso il torpore e a renderci disponibili al nuovo. “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali” (Mc 1, 7). Giovanni non vuole legare la gente a se stesso: quanto è bello quest’atteggiamento e quanto è importante! Giovanni sa di essere un povero, un piccolo e sa che alla gente può donare soltanto la fede in un Altro. Così deve comportarsi la Chiesa, così deve comportarsi il cristiano. Portare gente alla Chiesa non significa attirarla a noi, legarla a noi.

Attirare alla Chiesa significa condurre a Cristo. Noi spesso pensiamo che la presenza di Dio si sia rarefatta in questo nostro mondo distratto, che il Regno di Dio sia perdente. Ci sono ben altri regni che si impongono! Fra tutti il denaro, l’economia, il mercato. Invece no, il Regno di Dio è più vicino oggi di dieci o venti anni fa! Il mondo è più vicino a Dio oggi di ieri. Guardiamo alla terra intera, e vediamo che è cresciuta la libertà dei singoli, l’autenticità delle relazioni. Il movimento epocale del femminile, che è un segno dello Spirito Santo. E poi è cresciuto anche l’amore per il creato, per la terra, per l’aria, per le acque. È cresciuta la scienza, la cultura, l’istruzione. Certo è vero che è cresciuto anche altro, una solitudine, una disgregazione dei legami, un’idolatria del denaro e dell’apparire, e forse anche l’insofferenza verso gli estranei. E tuttavia il Regno di Dio è più vicino oggi di ieri. Adesso, continuamente, ogni giorno Dio viene. Io non sono tra quelli che rimpiangono i tempi passati. Ascolto il Battista, e lui mi insegna a leggere nel presente e nella storia il grembo del futuro, mi insegna a non fermarmi all’oggi, ma a guardare avanti e a discernere i segni del mondo che nasce, forse poco chiari, ma gravidi di vita buona. La Parola che abbiamo ascoltato ci pone una domanda forte: vuoi essere anche tu un annunciatore di Cristo? Lo puoi essere se ti nutri della Parola e dell’Eucarestia, momento in cui, Colui al quale non siamo degni di sciogliere i calzari, si fa nostro cibo.

Don Piergiorgio Sanson

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