Oggi Domenica
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Quelle 4 del pomeriggio!

La riflessione sulla Parola di Dio domenicale.

Quelle 4 del pomeriggio!

Domenica 14 gennaio - II del tempo ordinario - anno B - seconda settimana del Salterio - colore liturgico verde 1Sam 3, 3-10. 19; Sal 39; 1Cor 6, 13-15. 17-20; Gv 1, 35-42

Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà

La storia di Samuele che ci viene proclamata nella prima lettura è meravigliosa. C’è rimasta infilata nel cuore fino dall’infanzia. Non tanto perché è storia di un ragazzo al quale è affidato un compito unico e di grande portata storica, ma perché in lui ogni cristiano vede l’immagine di se stesso. Leggendo questa sua vicenda siamo costretti a domandarci se e quanto abbiamo risposto in modo positivo alla chiamata di Dio, se e quanto non abbiamo mandato a vuoto le parole del Signore. Come Samuele ogni giorno dobbiamo rispondere: “Ecco, io vengo, Signore, per fare la tua volontà”. Dio ci ha rigenerati col battesimo. Ma questo non è un titolo onorifico da mettere sotto vetro o per ritirarci in pensione. Ci ha chiamati alla fede affidandoci u- L na missione che dà un senso e un volto alla vita: “Andate all’uomo d’oggi e apritegli orecchie e labbra per comunicargli la parola di Dio”. Incontrare Cristo non è incontrare uno qualsiasi: è incontrare un Maestro. Ma non un maestro che sta in cattedra davanti ai suoi scolari, fiero del suo sapere. Egli è il Maestro che entra nel cuore e cambia la vita, tanto che l’incontro con Lui resta inchiodato per sempre nella memoria. Giovanni, scrivendo il Vangelo circa 70 anni dopo aver incontrato Gesù, ricorda e scrive l’ora precisa in cui quell’incontro era avvenuto: “Erano le quattro del pomeriggio”. In quel pomeriggio, in quell’ora, la sua vita ha preso un’altra direzione, ha acquisito un altro significato, un altro sapore perché nel suo cuore e in quello degli altri discepoli, si è accesa la fiamma dell’amore che li ha resi uniti tra loro e uniti inseparabilmente da Cristo. Anche per noi è avvenuto questo incontro, anche noi ci siamo sentiti guardati negli occhi da Cristo, ci siamo sentiti innamorati di Lui un giorno particolare della nostra vita. Forse è stato il giorno della nostra prima comunione, forse il giorno della cresima, forse il giorno in cui, sbagliando, abbiamo battuto la prima capocciata contro il muro. Se quel giorno l’abbiamo dimenticato, dobbiamo cercare di ripescarlo nella nostra memoria per viverlo come se quell’incontro avvenisse per la prima volta. Se siamo persone serie, ogni messa cui partecipiamo è sempre un primo incontro con Cristo, è un sentirci guardati di nuovo da Lui e personalmente chiamati per nome e invitati a camminare con Lui, per essere, come gli apostoli, testimoni del suo amore. “Cosa cercate?” dice Gesù ai due discepoli e a noi. Gesù non chiede di aderire a una dottrina, non chiede sforzi, sacrifici, rinunce. Chiede di rientrare in te stesso, di capire il tuo cuore, di vedere che cosa accade dentro di te. Allora comincerai ad essere un uomo vero, una donna vera. Tutto intorno a noi dice: accontentati, accontentati di cose! Invece il Vangelo ripete quella beatitudine dimenticata: beati voi che siete insoddisfatti perché diventerete cercatori di tesori; beati voi che avete fame e sete, perché diventerete mercanti della perla preziosa. Andrea e Giovanni non hanno dimenticato quell’incontro così decisivo. Non avevano l’orologio al polso e nemmeno l’agendina per segnare il diario della giornata. Ma quelle quattro del pomeriggio – anche dopo parecchie decine di anni – non le hanno dimenticate.

Don Piergiorgio Sanson

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